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GLI SCAVI RECENTI NEL FORO ROMANO

« La notizia che si era ritrovato il posto, dove è sorto il
rogo di Cesare, ha destato singolare commozione.

« Questa commozione caratterizza l'effetto che su noi fa il
Foro Komano, al cui riordinamento ha fatto metter mano l'ono-
revole Baccelli, il quale ha legato indissolubilmente il suo nome
a quella sacra località. Il Poro non ci fa tanta impressione di-
rettamente coi suoi monumenti, quanto per le memorie, che in
noi ridesta, e per la nostra immaginazione. Dal momento in cui
i Romani scesero dal Palatino, la piccola culla della grande
città, da quando la leggenda vuole che Eomani e Sabini strin-
gessero la loro alleanza, da quando qui convennero i più antichi
abitatori dei colli circostanti sino al finire delle libere istituzioni,
il Foro fu il centro, dove si svolsero i destini di Roma, dove
esercitarono l'arte loro i più grandi oratori, dove col trionfo si
chiudevano le gloriose imprese, dove si illustravano le eroiche
gesta, dove si combatterono aspre battaglie. Quest' è il Foro,
che noi vorremmo trovare, ma che non troviamo. Senonchè anche
quando col finire della Repubblica cessò la vita politica, e dal
Palatino si tornò a reggere le sorti dell' impero, quando cessò
nel Foro il commercio, non vi cessò la vita religiosa, come esso
non cessò di essere il centro della vita di Roma antica anche
quando nuovi centri sorsero altrove, specialmente nel Campo
Marzio. Quest' è il Foro che sorge dalle rovine. Ma l'amico Bor-
sari, competentissimo, ci avverte che il Foro soltanto dalla morte
di Cesare al regno di Foca, il cui ricordo s' erge intatto nel
mezzo, ebbe la vita — vita, non riposo — di più di sei secoli.
 
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