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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 37.1909

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Bartoli, Alfonso: Il panorama di Roma delineato da Hendrik van Cleef nel 1550
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https://doi.org/10.11588/diglit.14879#0012
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11 panorama di Roma

dal van Cleef troppo verso il Celio. Un altro simile errore ha egli
commesso per il Settizonio, che è rappresentato perfettamente a
rovescio. Del resto è ben collocata la chiesa di s. Giacomo, a
est del Colosseo (*), come dalla parte opposta la Meta sudante
e l'arco di Costantino. Con chiarezza è delineato il Palatino:
verso il Circo Massimo (che anche si distingue) si veggono le
fabbriche severiane; dalla parte del Velabro spunta il campa-
nile di s. Anastasia; tutto l'altipiano del colle è piantato a
vigne e giardini, sparsi di ruderi. Notevole la vigna-giardino
Capranica (2), ora Barberini, confinante allora direttamente con
il tronco della via Sacra fra il Colosseo e l'arco di Tito. Il quale
arco ci si mostra sormontato dalle fortificazioni medievali e
accompagnato dalla torre Cartularia. Naturalmente manca il
nobilissimo accesso, costruito dal Vignola nella seconda metà
del sec. XVI, agli orti Farnesiani. Il posto di questi nella ve-
duta del van Cleef è occupato dalla vigna-giardino dei Man-
taco (3).

La rappresentazione del Foro (cui sovrasta il palazzo di
Campidoglio, fortificato ancora come nel medio evo), è assoluta-
mente realistica: è il Campo Vaccino col mercato del bestiame
grosso. Di edifìci antichi si vedono le colonne dei Castori, l'arco
di Settimio Severo, cui è prossima, sul fianco sud, la diaconia
dei ss. Sergio e Bacco (4), la Curia (s. Adriano), il tempio di
Antonino e Faustina, il tempio di Romolo, la basilica di Costan-
tino. Dietro quest'ultime fabbriche si scorgono le colonne del
tempio di Marte Ultore, la colonna Traiana e al di là di questa
la cupola di s. Maria di Loreto. Degna di attenzione è l'area

O Armellini, Chiese di Roma, ed. 2a, pag. 140.

{") Lanciani, Storia degli scavi, II, 34 e 45.

(3) Lanciani, Storia degli scavi, II, 34, 36 e 48.

(*) La chiesa dei ss. Sergio e Bacco non fu distrutta nel 1536 per
il passaggio trionfale di Carlo V, come molti autori affermano. Nel 1539
era ancora in essere (C.I.L. VI, 1730). Fu demolita sotto il pontificato di
Pio IV (Lanciani, Storia degli scavi, II, 61).
 
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