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11 u lithostroton » di Siila
delle lastre più grandi, come si vedono nel così detto opus sec-
ale dei tempi imperiali (').
E questi pavimenti più perfezionati dell'epoca imperiale
sono ben conosciuti; e ne vediamo degli splendidi esempì qni
in Roma nel triclinio della casa dei Flavii sul Palatino e nelle
sale terrene dalla casa delle Vestali e nelle taberne presso la
basilica Emilia nel Foro romano.
Per identificare pertanto il lithostroton fatto fare da Siila
nel tempio della Fortuna in Preneste, noi dobbiamo ritrovare un
pavimento più grossolano di quelli dell'età imperiale, cioè un
lastricato con piccoli pezzi irregolari di pietre diverse, le quali
poi doveano essere naturalmente incastrate in un fondo che ser-
visse a riunire i pezzi, giacché questi, altrimenti, si sarebbero
dislegati. Ed inoltre questo pavimento, così formato, dovrà stare
in una parte del tempio della Fortuna che possa attribuirsi ai
lavori fatti da Siila.
Ora da ciò che io già esposi nel precedente mio articolo
già citato, risulta che il gran tempio della Fortuna in Preneste
era diviso in due centri principali e che mentre l'inferiore è
antichissimo e corrisponde alla descrizione datane da Cicerone, il
centro superiore invece è posteriore, almeno nella sua forma pre-
sente, ed appartiene tutto all'epoca di Siila; giacché a quel
tempo precisamente accenna la costruzione in opus incertum,
ed a quel tempo si riferiscono le iscrizioni ivi rinvenute.
Una di queste iscrizioni, conosciuta da lungo tempo, è quella
che sta ancora al posto nel fregio dell'avancorpo dell'emiciclo
superiore, e che dice:
ordo dEC ■ ?0?ulusque praenesTlNus
(fac.) COER ■ ET • SIGNA ■ RESTIT (2)
(faciendum coeravere et signa restituere)
(') Engelmann. 1. c. ]>ag. G.
(3) C. I L. XIV, 2970.
11 u lithostroton » di Siila
delle lastre più grandi, come si vedono nel così detto opus sec-
ale dei tempi imperiali (').
E questi pavimenti più perfezionati dell'epoca imperiale
sono ben conosciuti; e ne vediamo degli splendidi esempì qni
in Roma nel triclinio della casa dei Flavii sul Palatino e nelle
sale terrene dalla casa delle Vestali e nelle taberne presso la
basilica Emilia nel Foro romano.
Per identificare pertanto il lithostroton fatto fare da Siila
nel tempio della Fortuna in Preneste, noi dobbiamo ritrovare un
pavimento più grossolano di quelli dell'età imperiale, cioè un
lastricato con piccoli pezzi irregolari di pietre diverse, le quali
poi doveano essere naturalmente incastrate in un fondo che ser-
visse a riunire i pezzi, giacché questi, altrimenti, si sarebbero
dislegati. Ed inoltre questo pavimento, così formato, dovrà stare
in una parte del tempio della Fortuna che possa attribuirsi ai
lavori fatti da Siila.
Ora da ciò che io già esposi nel precedente mio articolo
già citato, risulta che il gran tempio della Fortuna in Preneste
era diviso in due centri principali e che mentre l'inferiore è
antichissimo e corrisponde alla descrizione datane da Cicerone, il
centro superiore invece è posteriore, almeno nella sua forma pre-
sente, ed appartiene tutto all'epoca di Siila; giacché a quel
tempo precisamente accenna la costruzione in opus incertum,
ed a quel tempo si riferiscono le iscrizioni ivi rinvenute.
Una di queste iscrizioni, conosciuta da lungo tempo, è quella
che sta ancora al posto nel fregio dell'avancorpo dell'emiciclo
superiore, e che dice:
ordo dEC ■ ?0?ulusque praenesTlNus
(fac.) COER ■ ET • SIGNA ■ RESTIT (2)
(faciendum coeravere et signa restituere)
(') Engelmann. 1. c. ]>ag. G.
(3) C. I L. XIV, 2970.