Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 47.1919

DOI article:
Note bibliografiche
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.14889#0237
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
.Vote bibliografiche

23.?

la età del bronzo, fra i terramaricoli, fossero essi stabiliti sul monte
o nel piano, era divenuto rituale il primitivo tipo delle loro stazioni,
con figura di trapezio, cinta dalla fossa e dall'argine. Al comin-
ciare della prima età del ferro, evoluzione della»preeedente, i Prisci
Latini, terramaricoli progrediti, scesi dalla valle del Po a sud del-
l'Appennino e giunti ai sette colli sulla riva del Tevere, posero la
sede nel Palatino, e ciò avvenne in ossequio al rito che prescriveva
il ricordato tipo da seguire nella fondazione della città. Furono
essi spinti ad occupare il Palatino dalla naturale conformazione
della sua superficie più o meno trapezoide e orientata, proprio quella
voluta e dall'essere inoltre il colle circondato al piede dell'acqua
vagante del Tevere, che teneva luogo della fossa esterna delle terre-
mare. Il Pigorini conclude la sua bella congettura osservando che
il nesso fra la prima Roma e le terremare trova appoggio anche nel
fatto che la voce Palatimi), la quale ci richiama al Palatino, secondo
il Walde (Lakinische WorlerbuM) deriva da pala* ■• palafitta >• e
designa un luogo con pali : ora poiché i terramaricoli mantenevano
le palafitte all'inizio della civiltà villanoviana, cioè quando da essi
uscirono i Prisci Latini, è probabile che pur essile conservassero
nel Lazio.

!.. ( Santarelli.
 
Annotationen