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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Studii d'artisti nella Roma antica
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0011

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Studii d'artisti nella Roma antica

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aggruppate nel lembo settentrionale della pianura eistiberina, tra
il molo di sbarco, scoperto l'anno 1891 vicino alla Torre di Nona,
e il Ministero dei marmi a S. Apollinare. Questa divisione e questi
raggruppamenti sono ben naturali se si considera che le botteghe
degli scultori prò ducevano opere facilmente trasportabili anche a
traverso le viuzze e gli angiporti della città più densamente abitata:
mentre negli stabilimenti degli scarpellini si manovravano colonne
enormi come quelle del tempio di Trajano (del diametro di sette
piedi), blocchi come quello del tempio del Sole in villa Colonna
che cuba 1490 piedi e pesa 27 tonnellate, e obelischi alti 141 piedi.

Un particolare interessante di questi studii è l'abitudine, in-
valsa tra i loro possessori, di tener sotto gli occhi modelli clas-
sici, dai quali potessero trarre ispirazione.

L'anno 1886, ai 24 di maggio, fu scoperto uno di essi negli
scavi per la fondazione del palazzo della Banca d'Italia, nell'orto
già Mercurelli, in via Mazarino. L'officina comprendeva due am-
bienti, già appartenuti alla domus di Giulio Frugi. Nel primo stava
diritto in piedi, con la schiena appoggiata alla parete di fondo,
il bel simulacro di Antinoo che ora si ammira nel secondo atrio
del palazzo stesso. Il plinto posava, non sul pavimento della stanza,
ma sopra uno strato di rottami alto m. 1.75. La statua è stata
dunque collocata in quella postura, quando l'edificio classico era
già sepolto sotto un banco di calcinacci grosso quasi due metri.
La statua inoltre non è indigena, ma viene dalla villa di L. Fu-
nisulanius Vettonianus all'Vili miglio della Jvomentana, tenuta
delle Vittorie, quarto di valle Valente. E siccome era stata tro-
vata per quelle campagne nel fondo di un fosso, le cui acque sa-
ture di carbonato l'avevano coperta di incrostazioni calcari, pare
che gli scopritori abbiano cercato raschiarla e restituirle il pu-
limento.

Anche più singolare sembra sia stata la sorte dell'Esculapio,
sul plinto del quale è inciso il nome illustre di Vassallectus, il crea-
tore del bellissimo chiostro di S. Giovanni in Laterano. L'Escu-
 
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