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Nuova guida del viaggiatore in Italia (Parte 1): Italia Settentrionale e Centrale — 1876

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https://doi.org/10.11588/diglit.74621#0088
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liria. E Ausonio, poeta latino del IV secolo, cantava la gran-
dezza di Milano in versi, che più tardi erano scolpiti in piazza
de' Mercanti. Nelle insurrezioni dei popoli barbari, Milano, posta
all'antiguardo, ne sentii primi furori Attila pel primo la mise
a sacco, e in parte a fuoco; poi vennero i Goti, sotto Teodo-
rico, il quale trasferì la sede da Milano a Ravenna. Nella lotta
fra Belisario e i Goti, Milano scosse il loro giogo; ma Uraja, ni-
pote del re goto Vinge, se ne vendicò crudelmente, uccidendo
e menando schiavi i suoi abitanti. Perirono allora i monumenti
romani: i Milanesi si dispersero per la campagna, e la capitale
dell'lnsubiia non fu più che un diroccamento Sconfini i Goti
dagli imperiali di Costantinopoli, Narsete la ripopolò e la ricinse
di mura: quando sopraggiunse non più un esercito, ma una
gente intera: i Longobardi, il cui re Alboino entrava in Milano
il 5 settembre 569, e fissava la sua residenza a Pavia. A Mi-
lano risiedeva un duca , cioè uno de' capi dell'esercito; e le
terre furono divise fra i conquistatori, i possidenti ridotti ad
affittaiuoli, i liberi in servi. Fra i re Longobardi la tradizione
ricorda ancora la buona Teodolinda, suo marito Ataulfo e re
Desiderio che, convertili dall'aiianesimo al cattolir ismo, lascia-
rono in Monza ed altrove alcuni monumenti, e più di essi im-
perituro il nume della loro nazione. Intenti al conquisto di tutta
Italia, si inimicarono i papi che ancora vi dominavano, ma pri-
meggiavano a Roma, e còmprendevano, al dire di C. Cantù, che
tale conquista avrebbe distrutto i germi della civiltà, lasciati
dall'antica Roma, e posta in pericolo la religione. Per lo che
invitarono Cailo Magno, re dei Franchi (771), il quale vinse! Lon-
gobardi e si sostituì ad essi com? re d'Italia. Sotto i nuovi e
più umani dominatori, il vescovo di Milano si intitolò arcive-
scovo, e divenne il primo personaggio di Lombardia, col diritto
di porre la corona: ferrea sui capo degli imperatori Milano co-
stituì quindi un comune sottoposto agli arcivescovi, fra i quali
ebbe grande autorità Eriberto da Cantù (4018-4045 ). Egli rico-
nobbe e fece riconoscere Corrado il Salico, da cui ebbe in ri-
compensa il diritto ni dare l'investitura al vescovo di Lodi, e
per giunta s' attribuì anche il .diritto dell'elezione che era del
popolo. Da ciò ne venne la prima guerra fra Lodigiani e Mi-
lanesi. Sotto i suoi successori l'autorità degli arcivescovi de-
clinò, e declinò pure l'autorità imperiale, onde nd XI secolo
si crearono i primi consoli a quelle assemblee generali, in cui ri-
siedeva il potere legislativo. Nel 4440 si sentivano già si forti
da non abbassarsi ad Enrico IV; nell' anno dopo distrussero
Lodi e nel 4448 cominciarono la guerra comense, che, durata
dieci anni, tini colla distruzione di Como. Nel 4432 ruppero i
Pavesi e menarono guerra anche con Novara e Cremona, la quale
per opparvisi fabbricò sull'Adda il castello di Pizzighettone. Da
ogni parte quindi sorgevano lagnanze contro i prepotenti mi-
lanesi; i quali, invece di protettori di tutta Lombardia, voleano
farsi tiranni. In quel tempo era eletto re di Germania Federico
 
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