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Bulletin du Musée National de Varsovie — 37.1996

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Nr. 1-2
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Miziołek, Jerzy: Meleagro, Diana e Atteone su un cassone fiorentino nel Museo Nazionale di Varsavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18945#0056
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27. Scene dal Ninfole fiesolono,
fronte di cassone, venduto do
Christie's, London, 5 lug. 1985
(Foto courtesy of Christie)

secolo, subentrarono dei colletti ornamentali sempre più risvoltati, simili
a calici floreali, come sulla lapide di Ilaria del Carretto. Una variante un poco
più antiquata, con impercettibili risvolti e leggere ondulazioni, compare
nell’illustrazione di un corteo nuziale (,domumductio) delle Croniche di Giovanni
Sercambi, su cui torneremo più avanti (fig. 32)86. Spicca, qui, la netta somiglianza
della foggia d’abito della sposa a cavallo sotto il baldacchino - in particolare le
maniche - con il vestiario delle figure sedute del desco da parto del Metropolitan
Museum of Art (fig. 23). Il cassone di Varsavia risale, dunque, al 1400 circa e,
forse, fu eseguito nell’ultimo scorcio del secolo di Petrarca e Boccaccio. Poco
più tarde, sicuramente dei primi anni del Quattrocento, sono le altre opere del
Maestro di Carlo (o Ladislao) d’Angiò Durazzo. Lo attestano i colletti ormai
visibilmente risvoltati. Tra queste ultime figurano due cassoni ispirati al Ninfale
fiesolano del Boccaccio - uno venduto da Christie’s nel luglio del 1985 (fig. 27),
l’altro nel Musée Bonnat di Bayonne87 - e due deschi da parto con scene della
Natività, rispettivamente presso il Fogg Art Museum di Cambridge Mass., e
lTnstitute of Arts di Detroit88. I due cassoni richiamano quelli di Varsavia e
Greenwich Conn, non solo per Pambientazione venatoria, ma anche per il

comparativo per i nostri dipinti sonoi due deschi da parto custoditi presso il Metropolitan Museum
of Art di New York, discussi e riprodotti nel presente saggio (si vedano figg. 9 e 23).

Sé G. Sercambi, Croniche, a cura di S. Bongi, Roma 1892, p. 136. Lo sposalizio ebbe luogo nel 1367,
ma fu descritto e illustrato negli anni intorno al 1400; per l’illustrazione originale si veda Croniche,
Ms 107, fol. 67r presso l’Archivio di Stato di Lucca; di Sercambi tratta P. Salwa, Narrazione,
persuasione, ideologia. Una lettura del “Novelliere” di Giovanni Sercambi, lucchese, Pistoia 1991,
in particolare le pp. 12 sgg. e 165 sgg.

8' Pittura italiana dal ‘300 al ‘500. Catalogo a cura di M. Natale, Milano 1991, p. 163 con
illustrazione; Degenhart e Schmitt, I, 2, 1968, p. 289 e fig. 391. V Ducourau, Le Musée Bonnat à
Bayonne, Paris 1988, p. 6 con illustrazione; si veda anche l’elenco di Boskovits, 1991, p. 41.

88 Schubring, 1923, no. 79, tav. XII; E. Peters Bowron, European painting before 1900 in the Fogg
Art Museum. A summary catalogue including paintings in the Busch-Reisinger Museum, Cambridge
1990, fig. 550; Ferazza R., Palazzo Davanzati, Firenze 1994, p. 222, fig. 222 ab. Un cassone molto
simile al nostro e a quello di Greenwich Conn, si trova presso il Victoria and Albert Museum di
Londra: “C.M. Kauffmann, Catalogue of foreign paintings (Victoria and Albert Museum) before 1800,
vol. I, London 1973, no. 120, pp. 104—106. Per la datazione più giusta si veda: F. Zeri, Recensione:
C.M. Kauffmann, Catalogue of foreign paintings (in Victoria and Albert Museum)”, I, London 1993,
Antologia di Belle Arti, II, 7/8, 1978, p. 317.

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