Seconda, 199
ebnfelììònè al Re raccòntàta dopò alcun dolorcso
sospiró delle ingiurie fatte al valente uomo a torto,
il molle a fare andare per tutto s esercito, e Oltrè
a ciò in molte altre parti una grida, che chi il Con-
te d’Anguersa, ò alcuno des figliuoli gli rinsejgnasséi
maravigliosamente da lui per ognuno gUidatdona-
to sarebbe, coneid foibe cosà, che egli lui per inno-
tente di ciò, perchè in esilio andato èra, l' àvelbé
per la Confestìorìe fatta dalla Reina, e ned primo fla-
to in maggiore intendeva di ritornarlo. Le quali
cose il conte in forma di i-agazzo udendo, e sen-
iendò che così era il vero, subitamente fu a Gia-
chetto , e il pregò, che con liti infìeme foibe cori
Perotto, perciocché egli voleva iòrinoltrare ciò,che
il Re andava cercando. Adunati adunque tutti è
tre ihsieme dilse il cónte a Ferdttò, che già era iii
pensiero di palesarsi. Perotto, Giachetto che è quii
ha tua sorella per tnogliere j nè mai n’ebbe alcuni
dota, e perciò, acciocché tua sorella sehza dote noti
sià , io intendo, che egli e non altri abbia qUefld
beneficio, che il Re promette così grande per te, é
ti rinseghi siccome figliuolo del conte d’AngUersa, c
pei; la Violante tua sorella e sua rnogliere, e pes
me, che il conte d’Anguersa e voflro padre sono*
Perotto udendo quello e fiso guardandolo, tàntofló
il riconobbej e piagnendo gli si gittò a piedi, eab-
braccioli o dicendo t padre mio voi siate il molto
ben venuto. Giachetto prima udendo eia, che il
conte detto avea^ e poi veggendo quello, che Pe-
l-otto faceva i fu ad un’ora da tanta maraviglia e dii
tanta allegrezza soprappreso , che appena sapev3,ché
far si dovesfe, ma pure dando alle parole-fede * è’
Q 2 vcì^
ebnfelììònè al Re raccòntàta dopò alcun dolorcso
sospiró delle ingiurie fatte al valente uomo a torto,
il molle a fare andare per tutto s esercito, e Oltrè
a ciò in molte altre parti una grida, che chi il Con-
te d’Anguersa, ò alcuno des figliuoli gli rinsejgnasséi
maravigliosamente da lui per ognuno gUidatdona-
to sarebbe, coneid foibe cosà, che egli lui per inno-
tente di ciò, perchè in esilio andato èra, l' àvelbé
per la Confestìorìe fatta dalla Reina, e ned primo fla-
to in maggiore intendeva di ritornarlo. Le quali
cose il conte in forma di i-agazzo udendo, e sen-
iendò che così era il vero, subitamente fu a Gia-
chetto , e il pregò, che con liti infìeme foibe cori
Perotto, perciocché egli voleva iòrinoltrare ciò,che
il Re andava cercando. Adunati adunque tutti è
tre ihsieme dilse il cónte a Ferdttò, che già era iii
pensiero di palesarsi. Perotto, Giachetto che è quii
ha tua sorella per tnogliere j nè mai n’ebbe alcuni
dota, e perciò, acciocché tua sorella sehza dote noti
sià , io intendo, che egli e non altri abbia qUefld
beneficio, che il Re promette così grande per te, é
ti rinseghi siccome figliuolo del conte d’AngUersa, c
pei; la Violante tua sorella e sua rnogliere, e pes
me, che il conte d’Anguersa e voflro padre sono*
Perotto udendo quello e fiso guardandolo, tàntofló
il riconobbej e piagnendo gli si gittò a piedi, eab-
braccioli o dicendo t padre mio voi siate il molto
ben venuto. Giachetto prima udendo eia, che il
conte detto avea^ e poi veggendo quello, che Pe-
l-otto faceva i fu ad un’ora da tanta maraviglia e dii
tanta allegrezza soprappreso , che appena sapev3,ché
far si dovesfe, ma pure dando alle parole-fede * è’
Q 2 vcì^