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QU INT Ai ,

48^

fattoli prestarc a Madonna Gi.acomina uno de’ Tuoi;
anelli, quivi lènza mutarli in presenza di loro
Ricciardo per Tua moglie sposò la Caterina. La. qual
cosa fatta,, Metter Lizio e la donna partendoli ditte-
ro : Riposatevi or mai, che forsè maggior Insogno
n’avete, che di levarvi. Partili costoro, i giovanili
rabbracciarono inlìeme, e non ettendo più che sei
miglia cantinati,,la notte*, altre, due, anzi che li le»
vassero ne caminarono, e fecer fine alla prima
giornata. Poi levati, e Ricciardo avuto più ordina-
to ragionamento con MelTer Lizió, pochi dì ap-
pretto (lìccome si con venia) in presenza degli amici
e de’ parenti da capo sposò la giovane, e con gran
festa se ne la menò a casa, e fece onorevoli e belle
nozze, e poi con lei lungamente in pace e conso-
sazione uccellò agii usignuoli e dì dì e di notte*
quanto gli piacque».

—-; . 1 1 !' V l 1 • ---*

Novella V«

Guìdotto da Cremona tas eia a Giacomin da Pavia Una.
sua sanciulla, e muorfi, la qual dannai di Severino,
e Minghino di Mingale amano in Faenza, azzufanjì
insieme, riconoscejì la fanciulla esj'ere firocchia di Giartr
noie-, e dajji per. moglie a. Minghino.

Aveva ciascuna Donna la novella dello usignuolo
ascoltando tanto riso, che ancora , quantunque Fi-
lottrato rettalo fotte di novellare, non perciò ette di
I i 4 ri*
 
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