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Boccaccio, Giovanni; Valenti, Giuseppe de [Hrsg.]
Il Decamerone O Sia Le Cento Novelle — Berlin, 1788 [VD18 14299089]

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https://doi.org/10.11588/diglit.29008#0510
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Giornata

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rider si potevan tenere. Ma pur poi alquanto ebber
riso, la Reina disFe. Sicuramente se tu ieri ci afflig-
gerti, tu ci hai oggi tanto dilettato , che ninna me-
ritamente più di te si dee rammaricare. Ed avendo
a Neifile le parole rivolte, le ’mpose che novellasse*
La quale lietamente così cominciò a parlare. Poi-
chè Filostrato ragionando in Romagna è entrato, a
me per quella Umilmente gioverà d’andare alquanto
spaziandomi col mìo novellare*

Dico adunque, che già nella città di Fano due
Lombardi abitarono, de’quali P un fu chiamato Gui-
dotto da Cremona, e F altro Giacomin da Pavia,
uomini ornai attempati, e slati nella lor gioventù
quali Tempre in fatti tF arme e soldati. Dove ve-
nendo a morte Guidone, e ninno figliuolo avendo,
nc altro amico o parente, di cui più si fidarte, che
di Giacomin facea, yma su a fanciulla d’ età forsè di
dieci anni, e ciò che egli al mondo aveva molto
de’ suoi fatti ragionatagli, gli lasciò, e morirti. Av-
venne in quelli strapi, che la città di Faenza lunga-
mente in guerra, e in mala ventura siata alquanto
in miglior disposizion ritornò, e fu a ciascuno,
che ritornar vi vojesse, liberamente conceduto il
potervi tornare, per la qual cola Giacomino, che
altra volta dimorato v’ era, e piacendogli la sianza,
là con ogni su a cosa si tornò, e {eco ne menò la
fanciulla lasciatagli da Guidctto, la quale egli come
propria figliuola amava , e trattava. La quale ere-
seendo divcnn'e beilisrtma giovane, quanto alcuna
altra, che allora folle nella città, e cosi come era

bel-
 
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