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Giornata
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ione) quel poco debito , che ogn’ anno si paga una
volta, alle quali cole ricogliere io sono dal mio mag-
giore, cioè da Messer 1’ Abate flato mandato, e per-
ciò con la bendizion di Dio dopo nona quando udì.
rete sonare le campanelle verrete qui di fuor della
chiesa là , dove io al modo usato vi farò la predica-
zione, e bacierete la croce, e oltre a ciò (perciocché
divotissimi tutti vi conosco dei Baron Messer santo
Antonio) di spezial grazia vi moflrerò una santissima
e bella reliquia, la quale io medesimo già recai dalle
sante terre d’ oltre mare, e quella è una delle penne
delio Agnol Gabriello, la quale nella camera della
Vergine Maria rimale, quando egli la venne ad an-
nunziare in Nazzarette, e queflo detto si tacque, e
ritornelli alla meda. Erano , quando frate Cipolla
quelle cose diceva, tra gli altri, molti nella chiesa
due giovani «fiuti molto, chiamato 1’ uno Giovanni
del Era gotti era, e I’ altro Biagio Pizzlni. I quali
poiché alquanto tra se ebbero riso della reliquia..di
srate Cipolla (ancora che molto fodero saci amici,
e di su a brigata) seco proposero di sargli di quella
penna alcuna bessa* E avendo saputo, die fra Ci-
polla la mattina deiinava nel Casiello con rin silo ami-
co, come a tavola il sent irono, cosi se ne scesero alla
ssrada, e ali’ albergo, dove il frate era smontato se
n’ andarono con queflo proponimento, che Biagio
dovesse tenere a parole il fante di frate Cipolla, e Gio-
vanni dovesse tra le cose del frate cercare di quella
penna, cliente che ella si fosse, e torgliele per ve-
dere , come egli di queflo fatto poi dovesse al po-
is oi dire» Aveva frate Cipolla un suo fante , il quale
alcuni
Giornata
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ione) quel poco debito , che ogn’ anno si paga una
volta, alle quali cole ricogliere io sono dal mio mag-
giore, cioè da Messer 1’ Abate flato mandato, e per-
ciò con la bendizion di Dio dopo nona quando udì.
rete sonare le campanelle verrete qui di fuor della
chiesa là , dove io al modo usato vi farò la predica-
zione, e bacierete la croce, e oltre a ciò (perciocché
divotissimi tutti vi conosco dei Baron Messer santo
Antonio) di spezial grazia vi moflrerò una santissima
e bella reliquia, la quale io medesimo già recai dalle
sante terre d’ oltre mare, e quella è una delle penne
delio Agnol Gabriello, la quale nella camera della
Vergine Maria rimale, quando egli la venne ad an-
nunziare in Nazzarette, e queflo detto si tacque, e
ritornelli alla meda. Erano , quando frate Cipolla
quelle cose diceva, tra gli altri, molti nella chiesa
due giovani «fiuti molto, chiamato 1’ uno Giovanni
del Era gotti era, e I’ altro Biagio Pizzlni. I quali
poiché alquanto tra se ebbero riso della reliquia..di
srate Cipolla (ancora che molto fodero saci amici,
e di su a brigata) seco proposero di sargli di quella
penna alcuna bessa* E avendo saputo, die fra Ci-
polla la mattina deiinava nel Casiello con rin silo ami-
co, come a tavola il sent irono, cosi se ne scesero alla
ssrada, e ali’ albergo, dove il frate era smontato se
n’ andarono con queflo proponimento, che Biagio
dovesse tenere a parole il fante di frate Cipolla, e Gio-
vanni dovesse tra le cose del frate cercare di quella
penna, cliente che ella si fosse, e torgliele per ve-
dere , come egli di queflo fatto poi dovesse al po-
is oi dire» Aveva frate Cipolla un suo fante , il quale
alcuni