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dei Ragionamenti del Vasari, in cui, fingendo di far da cicerone a
Francesco de' Medici, discorre del modo da lui tenuto per fare quella
sua prospettiva di Firenze. « Ha da sapere, egli dice, che male age-
volmente si poteva far questa storia per via di veduta naturale e
nel modo che si sogliono ordinariamente disegnare le città e i paesi,
che si ritraggono a occhiate del naturale, attesoché tutte le cose
alte tolgono la vista a quelle che sono più basse; quindi avviene
che se voi siete in su la sommità d' un monte, non potete dise-
gnare tutti i piani, le valli e le radici di quello; perchè la scoscesa
dello scendere bene spesso toglie la vista di tutte quelle parti, che
sono in fondo occupate dalle maggiori altezze; come avviene a me
ora che volsi, per far questa appunto, ritrarre Firenze in questa
maniera, che per veder l'esercito come s'accampò allora in pian di
Giullari, sui monti e intorno ai monti e a Giramonte, mi posi a
disegnarle nel più alto luogo potetti e anco in sul tetto di una casa,
per scoprire, oltre i luoghi vicini, ancora quelli di San Giorgio e
di San Miniato e di San Gaggio e di monte Oliveto. Ma V. E.
sappia, ancorché io fussi sì alto, io non poteva veder tutta Firenze,
perchè il monte del Gallo e del Giramonte mi toglievano il veder
la porta di San Miniato e quella di San Nicolò e il ponte Ruba-
conte e molti altri luoghi della città, tanto sono sotto i monti. Dove,
per fare che il mio disegno venisse più appunto e comprendesse
tutto quello che era in quel paese, tenni questo modo, per aiutare
con l'arte dove ancora mi mancava la natura: presi la bussola e
la fermai sul tetto di quella casa; e traguardai con una linea per
il dritto a tramontana, chè di quivi aveva cominciato a disegnare
i monti e le case e i luoghi più vicini, e la facevo battere di mano
in mano nella sommità di que' luoghi per la maggior veduta. E mi
aiutò assai che avendo levato la pianta d' intorno a Firenze un mi-
glio, accompagnandola con la veduta delle case per quella linea di
tramontana ho ridotto quel che tiene venti miglia di paese in sei
braccia di luogo misurato, con tutto questo esercito, e messo cia-
scuno ai luoghi e case dove furono alloggiati. Fatto questo, mi fu
poi facile, di là dalla città ritrarre i luoghi lontani dei monti di
Fiesole, dell' Uccellatolo, così la spiaggia di Settignano col piano
di San Salvi e finalmente tutto il pian di Prato con la costiera dei
monti fino a Pistoia ». G. Vasari, Ragionamenti, Giorn. 2a, Ragion. 4°,
p. 174-175 del t. VIII delle Opere, ed. cit.).
(15...?) « Pianta ms. della città di Firenze 15.... Pare del
15.... ed è molto lacera. N. B. La detta Pianta esiste sciolta nel-
dei Ragionamenti del Vasari, in cui, fingendo di far da cicerone a
Francesco de' Medici, discorre del modo da lui tenuto per fare quella
sua prospettiva di Firenze. « Ha da sapere, egli dice, che male age-
volmente si poteva far questa storia per via di veduta naturale e
nel modo che si sogliono ordinariamente disegnare le città e i paesi,
che si ritraggono a occhiate del naturale, attesoché tutte le cose
alte tolgono la vista a quelle che sono più basse; quindi avviene
che se voi siete in su la sommità d' un monte, non potete dise-
gnare tutti i piani, le valli e le radici di quello; perchè la scoscesa
dello scendere bene spesso toglie la vista di tutte quelle parti, che
sono in fondo occupate dalle maggiori altezze; come avviene a me
ora che volsi, per far questa appunto, ritrarre Firenze in questa
maniera, che per veder l'esercito come s'accampò allora in pian di
Giullari, sui monti e intorno ai monti e a Giramonte, mi posi a
disegnarle nel più alto luogo potetti e anco in sul tetto di una casa,
per scoprire, oltre i luoghi vicini, ancora quelli di San Giorgio e
di San Miniato e di San Gaggio e di monte Oliveto. Ma V. E.
sappia, ancorché io fussi sì alto, io non poteva veder tutta Firenze,
perchè il monte del Gallo e del Giramonte mi toglievano il veder
la porta di San Miniato e quella di San Nicolò e il ponte Ruba-
conte e molti altri luoghi della città, tanto sono sotto i monti. Dove,
per fare che il mio disegno venisse più appunto e comprendesse
tutto quello che era in quel paese, tenni questo modo, per aiutare
con l'arte dove ancora mi mancava la natura: presi la bussola e
la fermai sul tetto di quella casa; e traguardai con una linea per
il dritto a tramontana, chè di quivi aveva cominciato a disegnare
i monti e le case e i luoghi più vicini, e la facevo battere di mano
in mano nella sommità di que' luoghi per la maggior veduta. E mi
aiutò assai che avendo levato la pianta d' intorno a Firenze un mi-
glio, accompagnandola con la veduta delle case per quella linea di
tramontana ho ridotto quel che tiene venti miglia di paese in sei
braccia di luogo misurato, con tutto questo esercito, e messo cia-
scuno ai luoghi e case dove furono alloggiati. Fatto questo, mi fu
poi facile, di là dalla città ritrarre i luoghi lontani dei monti di
Fiesole, dell' Uccellatolo, così la spiaggia di Settignano col piano
di San Salvi e finalmente tutto il pian di Prato con la costiera dei
monti fino a Pistoia ». G. Vasari, Ragionamenti, Giorn. 2a, Ragion. 4°,
p. 174-175 del t. VIII delle Opere, ed. cit.).
(15...?) « Pianta ms. della città di Firenze 15.... Pare del
15.... ed è molto lacera. N. B. La detta Pianta esiste sciolta nel-