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— 151 —

vita e degli scritti di Niccolò Perotti arcivescovo di Siponto — Roma, 1925, Bi-
bliot. Apost. Vatic., Studi e testi n. 44, in-8, 'pagg. xii-170 (4) con 5 tav. —
abbiamo appresso che il codice Vat. lat. 5699 della Cosmografia di Tolomeo
(donde attraverso alla fotografia favoritaci dal Davidsohn proviene il nostro
facsimile della Tav. I, n. 3-4) fu fatto eseguire per l'appunto dal Perotti nel
1469 (vedi pag. 129). Ma inoltre l'amabile Bibliotecario, dopo avere nuova-
mente esaminato con ogni diligenza nell'originale la pianta di Firenze, ci ha
voluto indirizzare la seguente cartolina, in data di Roma 11 gennaio 1926:
« La lettura certa di quella nota riuscirà a farla solo chi conosca bene i co-
gnomi cittadini. Una prima volta (dentro un disegno della isola 0 casa ?) l'in-
teressato scrisse « .b. ant°. », e poi accortosi che era troppo poco, scrisse
sotto « bottega dàntonio q#ci » (Q, non g, col segno di abbreviazione di « ue »,
« que » ordinariamente; sopra, due cc e i). Avevo pensato a « Quercei » che
è casato fiorentino, ma non so se un perito avrebbe abbreviato « quer » a quel
modo e il primo e non ha l'aria del segno di abbreviazione di r. Mi rincresce
di non saperle dire altro. La nota è di parecchio posteriore alla carta ».
Altra aggiunta non meno rilevante, possiamo qui fare grazie alla cortesia
del chiarissimo e competentissimo prof. Roberto Almagià. Avendo noi sa-
puto che nella Biblioteca Nazionale di Parigi si conteneva un codice della Co-
smografìa tolemaica n. 4802 (1) compagno ai due Vaticani, avevamo interro-
gato in proposito 1' illustre professore ed egli sollecitamente ci rispondeva in
data di Roma, 7 marzo c. a. : ... « Ho esaminato anche il codice parigino della
Geogr. di Tolomeo, scritto e miniato da Hugo de Cominellis. La carta della
Toscana, che ho più particolarmente studiato, è anteriore di qualche anno alle
due dei codici vaticani. Credo anzi che 1' intero codice di Parigi abbia servito
di prototipo ai due varicani; che, insomma, quello di Parigi sia il primo in
ordine di tempo. Il nome di Pietro Del Massajo compare anche nel Codice di
Parigi; e su questo personaggio io avevo fatto qualche ricerca a Firenze. Poi
fui distratto da altri lavori. Ho veduto anche, presso mio suocero, i primi fogli
del magnifico lavoro sulle piante e vedute di Firenze. Magari si potesse fare per
Roma un lavoro simile; quelli che ci sono finora, sono parziali e manchevoli ».
La carta della Toscana a cui l'Almagià qui allude è quella da lui stu-
diata sui due codici Vaticani, (Vat. Lat. 5699 e Urbin. 277) e pubblicata in
facsimile (dal Vat. Lat.) nella Rivista Geografica Italiana, gennaio-aprile 1921,
pag. 9-17, con I grande tav. Il lavoro poi su Firenze nelle piante e vedute a
cui pure, benevolmente, accenna, è il presente.
Una terza nota — importante sovratutto per l'assegnazione delle carte
vaticane alla dovuta Scuola Cartografica — ci è giunta in data dal 2 febbraio
c. a. dol dotto professore Emil Iacobs, direttore della Biblioteca Universitaria
di Friburgo in Brisgovia, a cui, mentre sentitamente lo ringraziamo, cediamo
senz'altro la parola : « Mit den gròssten Interesse habe ich soeben Ihren sehr
schònen Aufsatz in der Bibliofilia ùber La pianta iconografica più antica di
Firenze gelesen. Des Archetypus der beiden Karten geht, wie ich glaube, auf
den florentiner Cristoforo Buondelmonti, den Schiller Nicolo Niccolis zurùck.
Die Kartographische Schule von Florenz ist dalmals (1404-1420) im Entstehen,
Francesco di Lapocino und Domenico di Leonardo Buoninsegni sind ihre Be-

li) Pubblicato ora tutto in facsimile della Casa Catola Frères (già Bertlaud) di Parigi.
 
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