ìjì cap. vii, delle statve,
mano Impero , mentre al parlar di Lucano , exteniit cum
Sole mwnw\ garreggiaua nella giurisdirione snth esso col
Prencipe de' Pianeti . Fu stjmata vna solennissima adu-
Ad Aoguaa laClone quella di Vergilio , alihorehe cantò di queli*
in opu/cy* altro 9
^ ' Diuifum Imprium cum /cue \ C<e/ar kabet,
ina chi considerà benbene la valtitàsenza paridi quell
Impero, e non akrimeti il fine che hebbe dentro a quel-
le parole il Poeta ; trouerà 5 che non è disdiceuole il pa-
ragone . La verità si è, che o fossea Nerone, caro il Per-
sonaggio,o grato il donatiuoi fece adornare sì riccamen-
te il Teatro di Pompeo per coronarui Re Tiridate ; cho
chi albana gli occhi, ilaua in dubbio, se ei veramente^
si fosse sono vna tenda tinta di oltramanno, e smaltata-»
di stelle d'Oro, o pure sotto ti Fermamento : Chi abbas-
saua poscia lo iguardo in terra, o giraualo d'intorno, re-
fìaua abbagliare dalli splendori parimente dell* Oro
sparso in poluere nel pauimento, e iìcsò in lamina nel
Teatro ; a talché ali apparire di Cesare , non parue Ura-
no alli spettatori il farsi a credere jchc forsè così ccmpa-
risca il Sole fra le stelle . Di qui è che il Fato, che die tan-
to da dire a gli antichi Filosofanti,fu [limato non esser al-
tro , che Celare mcdesimo da Tiridate, chesourafàtto
dalla marauiglia del Teatro , e della Comparsa ,con vna
tale inuocatione lo riconobbe Joriuerì, e l'adorò di»
ix Tacito? cendo ^ Tufatum meumes^^r fortuna. Alla coronatio-
& 5uet' ne del Re dell' Armenia , fatta per mano di Nerone, io
mi sottoscriuo; ma non già aldonatiuo, che altri pre-
suppone recatogli del raddoppiato Cauallo 5 impercio*
the meglio è il credere a quelli, che attribuiscono a Ca-
ttanti-
mano Impero , mentre al parlar di Lucano , exteniit cum
Sole mwnw\ garreggiaua nella giurisdirione snth esso col
Prencipe de' Pianeti . Fu stjmata vna solennissima adu-
Ad Aoguaa laClone quella di Vergilio , alihorehe cantò di queli*
in opu/cy* altro 9
^ ' Diuifum Imprium cum /cue \ C<e/ar kabet,
ina chi considerà benbene la valtitàsenza paridi quell
Impero, e non akrimeti il fine che hebbe dentro a quel-
le parole il Poeta ; trouerà 5 che non è disdiceuole il pa-
ragone . La verità si è, che o fossea Nerone, caro il Per-
sonaggio,o grato il donatiuoi fece adornare sì riccamen-
te il Teatro di Pompeo per coronarui Re Tiridate ; cho
chi albana gli occhi, ilaua in dubbio, se ei veramente^
si fosse sono vna tenda tinta di oltramanno, e smaltata-»
di stelle d'Oro, o pure sotto ti Fermamento : Chi abbas-
saua poscia lo iguardo in terra, o giraualo d'intorno, re-
fìaua abbagliare dalli splendori parimente dell* Oro
sparso in poluere nel pauimento, e iìcsò in lamina nel
Teatro ; a talché ali apparire di Cesare , non parue Ura-
no alli spettatori il farsi a credere jchc forsè così ccmpa-
risca il Sole fra le stelle . Di qui è che il Fato, che die tan-
to da dire a gli antichi Filosofanti,fu [limato non esser al-
tro , che Celare mcdesimo da Tiridate, chesourafàtto
dalla marauiglia del Teatro , e della Comparsa ,con vna
tale inuocatione lo riconobbe Joriuerì, e l'adorò di»
ix Tacito? cendo ^ Tufatum meumes^^r fortuna. Alla coronatio-
& 5uet' ne del Re dell' Armenia , fatta per mano di Nerone, io
mi sottoscriuo; ma non già aldonatiuo, che altri pre-
suppone recatogli del raddoppiato Cauallo 5 impercio*
the meglio è il credere a quelli, che attribuiscono a Ca-
ttanti-