DI GIO: ANDREA BORBONI- 14*
tìesso Autore, Arietes* tanti fuere\ *vt non maUatentur,[ed
esientfacrofanEli.» Hor non è mia intentione di ricercarci
a che razza dibestie ; ma sibene a che razza di rinomini,
si alzissero anticamente le Statue • Budeo ristregne il tut^ 4. Eptf,
to a due capi, e dice, che le Statue si alzauano a i bene-
meriti della Republìca,e a gli huomini Sauij: Se bene poi
vna tal pragmatìca.non riufcì in opra ; conciosiache T af-
fetto disordinato della lode , e dell'immortalità del nome*
è vn ambra che tira a sè vgualmente 1* orodella virtù ,e_?
la paglia della gente vana, eimmeriteuole ; q uindi è, che
efendosi accorti gli huomini, che per conteguircio, lo
Statue sono vn mezzo più a proposito ; però con quello,
hanno procurato di .procacciarli nel Mondo la gloria^ «
Vedere a gara di vn Azzio, che filtra i Poèti come vil r n r
o ... Ex Paula
Pigmeo sra i Giganti * tutti gli altri huomini da niente^» k* ijim.c.ia
cercare di leuar di mente ai Posterì, vna Statura sì ridi- 3,b*34
coloia per mezzo di qualche Statua di figura, sesi può di-
re, Gigantesca, mefsa in frotta con le altre nei Tempij,
e a gara delle Frini dishoneste , sar cancellare a sorza di
scarpelli, nel candore de1 marmi > le macchie della impu-
diàitia, per esser tenute dalla Posterità per Vergini Verta-
li , o per Astree > che disordine, e che mostruosità è mai
cotesta ? Quando per altro e queste douerebben essero
esposte in pubblico»come la Giustitia delli Egittiani, che A jeJcauder
la scolpiuano senza capo *, e gli Azzij con vna di quelle ab A,«4n^
Statue alte vn cubito, chiamate da gli antichi » Sigilla^Qx
far vedere, che simiglianti persone senza merito alcuno ,
appena ritengono nel suo irifelicifsimo aspetto l'impron-
ta dell'huomo. Pur troppo è vero il detto di Tullio ,
Trahmur omnes lauda Studio, (§jf optimm quijqut maxime
gloria
tìesso Autore, Arietes* tanti fuere\ *vt non maUatentur,[ed
esientfacrofanEli.» Hor non è mia intentione di ricercarci
a che razza dibestie ; ma sibene a che razza di rinomini,
si alzissero anticamente le Statue • Budeo ristregne il tut^ 4. Eptf,
to a due capi, e dice, che le Statue si alzauano a i bene-
meriti della Republìca,e a gli huomini Sauij: Se bene poi
vna tal pragmatìca.non riufcì in opra ; conciosiache T af-
fetto disordinato della lode , e dell'immortalità del nome*
è vn ambra che tira a sè vgualmente 1* orodella virtù ,e_?
la paglia della gente vana, eimmeriteuole ; q uindi è, che
efendosi accorti gli huomini, che per conteguircio, lo
Statue sono vn mezzo più a proposito ; però con quello,
hanno procurato di .procacciarli nel Mondo la gloria^ «
Vedere a gara di vn Azzio, che filtra i Poèti come vil r n r
o ... Ex Paula
Pigmeo sra i Giganti * tutti gli altri huomini da niente^» k* ijim.c.ia
cercare di leuar di mente ai Posterì, vna Statura sì ridi- 3,b*34
coloia per mezzo di qualche Statua di figura, sesi può di-
re, Gigantesca, mefsa in frotta con le altre nei Tempij,
e a gara delle Frini dishoneste , sar cancellare a sorza di
scarpelli, nel candore de1 marmi > le macchie della impu-
diàitia, per esser tenute dalla Posterità per Vergini Verta-
li , o per Astree > che disordine, e che mostruosità è mai
cotesta ? Quando per altro e queste douerebben essero
esposte in pubblico»come la Giustitia delli Egittiani, che A jeJcauder
la scolpiuano senza capo *, e gli Azzij con vna di quelle ab A,«4n^
Statue alte vn cubito, chiamate da gli antichi » Sigilla^Qx
far vedere, che simiglianti persone senza merito alcuno ,
appena ritengono nel suo irifelicifsimo aspetto l'impron-
ta dell'huomo. Pur troppo è vero il detto di Tullio ,
Trahmur omnes lauda Studio, (§jf optimm quijqut maxime
gloria