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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0131
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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI

99

Tra gli antichi monumenti di quefli combattimenti d'animali, un eccellentiffimo gruppo
di Treca fcultura efifle nel Cortile di Campidoglio rapprefentante un Leone che sbrana un
Cavallo. Ma il Cavallo per l'ingiurie de' tempi è flato maltrattato, avendo perduta la tefta,
e le gambe, le quali da uno infigne artefice fono fiate reftaurate. Riferifce Richardfon (6)
citando Boiflard che il gran Michelangelo Buonarroti non cejfava mai a" inalzare fino al Cielo quefto
maravìgliofo gruppo di fcultura.

Quanto appretto gli Antichi fbfTe in pregio quefta Angolare fcultura, fi può dedurre chia-
ramente dal non avere un infigne antico incifore fdegnato di farne una copia in un Diafpro
con fomma eleganza, e con accordo perfettiffimo di tutte le parti; perciò in grazia degli Eruditi
ho ftimato di pubblicare quella gemma (*) la quale il Sig. Meighan Medico Inglefe comprò
in Roma, Una certa perfona per accrefcerne maggiormente il pregio v'incife il nome d'Aulo,
Le lettere certamente fono incife con tutta l'eleganza, e benché il nome d'Aulo fia un impo-
flura, contuttociò i veri amanti dell'antichità filmeranno quello intaglio efiere un opera non
indegna d'Aulo.

Non è da maravigliarli che gl'Antichi fonerò vaghi degli fpettacoli dei Leoni, dei Rino-
ceronti, e degli Elefanti ec. (7) dimoflrando quefle Fiere qualcofa di grande nel corpo, nella
fierezza, e nell'ingegno; ma appena può parer credibile quanto fi fieno dilettati dei combatti-
menti dei Galli (8), fé non fotte autenticato dall' autorità degli Scrittori, e dagli antichi monumenti «

Nel Mufeo del Chiariffimo Sig. Gioacchino Rendorp fi conferva una gemma (**) di non
mediocre lavoro, nella quale fi veggono due Genii fpettatori di due Galli pugnaci; uno dei
quali è in atto metto, e penfofo per la difgrazia del vinto fuo Gallo; l'altro ilare, e ridente
porge un ramo di palma al fuo Gallo vincitore, lieto ed efukante del fuo trionfo. Ne deve
ciò flimarfi una finzione dell'arte; avendo la natura concetto una tal proprietà a queflo animale,
come ofièrvò Ebano (9). Che fé un Gallo combattendo con un altro, è vinto, non canta, perchè gli
fpiriti abbattuti per quell'infelice combattimento gli. fopprintono la voce, e l'occulta per la vergogna-.
Ma fé dal combattimento ne riporta la vittoria, ne va fuperbo, e con la tefla elevata arrogantemente
s'inalza cantando, et è fintile a un trionfante. Ciò è flato ancor da Phile Poeta Greco notato (io).
Similmente difiè Cicerone (De Divinat. lib. 2. cap. 26".) / Galli vinti fogliano tacere, e vtttth-

rioji cantare.

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Iblei, Pecore falvaticfje , ed altri ammali che fi pafcono tf erba ,
quanti potevano alimentarfi e trovarfi. Aggiuufe ìli un altro
giorno nell1 Anfiteatro in una mandata cento Leoni con gran
giube , che mandavano fuori ruggiti a guifa di tuoni , e furono
tutti uccifi con lande . Dette dipoi ioo. Leopardi della Libia,
100. della Siria, 100. Leon effe , e 300. Orfi inficine . Delle quali
Fiere fu più magnifico che grato lo fpettacolo . Dette inoltre
300. coppie di Gladiatori. Con maggior pompa, e fpefa
furono da Filippo Seniore celebrati i giochi fecolari nelL'
anno II. del fuo Impero e mille della fondazione di Roma
come afferifce Giulio Capitolino ( voi. 2. pag. 132. ), nei
quali furono 32. Elefanti, io. Alce, io. Tigri, 6a. Leoni
manfueti, 30. addomefticati Leopardi, io. Hiene , mille coppie
dì Gladiatori, un Ippopotamo , un Rinoceronte , io. Arcoleonti,
io. Giraffe, 20. Afini falvatìci, 40. Cavalli falvaticì . L'Im-
perator Filippo volle eternare la memoria di quefti fpettacoli
nelle fue medaglie riportate dal Mezzabarba (Numifm. Imp.
Rom pa<*. 34^. ) nelle quali fono fcolpiti Elefanti , Alce ,
Hippopotami , Ibici, Cervi, Leoni, Hiene. Di quefti fpetta-
coli vedi Giulio Capitolino nella vita d* Antonino Pio ( voi. u
pag. 274. ) .

(6) Richardfon Traité de Su peinture voi. 1. pag. 177.
(*) Tav. X. N. II.

(7) GÌ' Irrorici fanno menzione d' un ìnfolito e fpeciofò
fpettacolo d' Elefanti , che parteggiavano fopra una corda j
dicendo a quefto propofito Svetonio nella vita di Nerone
cip. 11. che un muffanti Cavalkr Romano fedendo fopra

un' Elefante fcorfe fopra una corda tirata, e nella vita di
Galba cap. 6. narra che il Pretore nei giochi Florali dette un
nuovo fpettacolo di' Elefanti funamboli, e Xifiiino nel lib. 6"r.
pag. 696. nella vita di Nerone dice , che dette magnificili-
tiffimi giochi,in o:;or delta Madre . Nel qttal tempo un Elefante
falt alla fommità del Teatro, e dipoi pertqndo un? uomo cani,
mino fopra una fune. Plinio ancora nel lib. 8. cap. 3. s'efprimc
che era una grande maraviglia , che gli Elefanti falijjero fopra
le funi , mg certamente era maggiore che ritornajjerofopra delle
funi a pendio, ed in altro luogo lib. 8. cap. 2. Dipoi gli Ele-
fanti camminavano fi per le funi . Seneca finalmente nell*
Epift. 85. pag. 55;. racconta, che un Mimo dell' Etiopia
comandava a un Elefante che ripofaffe fopra le ginocchia , e
pofjeggiafie fopra una fune . Ciafcuno che abbia cognizione
degli equilibrj, conofeerà cflere aifurdo che gli Elefanti fopra,
una fola fune poteflero paffeggiare , laonde io congetturo,
che s' adopraflero due grofliflime funi , tra loro egualmente
diftanti , come pare che indichino le foprallegate parole ài
Plinio , che faliffero ibpra le funi e cammìnaffero fu per
le funi .

(8) Vedi Ionftonio Delle Coturnici pag. 4J. e de Galli
pugnaci p. 58.

(**) T. X: N. IH.

(9) Ael. de Nat. Animai, lib. 4. cap. 29.

(io) Phile de Animalium proprietate cap. 12, Lucilia
nella Satira ottava, e Plinio Kb. io. eap. 11.
 
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