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Braun, Emil; Friedrich Wilhelm <IV., Preußen, König> [Gefeierte Pers.]; Gruner, Ludwig [Ill.]
Il laberinto di Porsenna comparato coi sepolcri di Poggio-Gajella ultimamente dissotterrati nel agro Clusino — Rom, 1840

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https://doi.org/10.11588/diglit.12319#0011
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Tornando da questo dipinto, il quale ci ritrae per caso assai acconciamente l'asiatico lusso degli Etruschi, a cui
neppure la gloria di guerra era aliena, al sepolcro da noi sottoposto ad assai generale e preliminare esame, giudichiamo
opportuno di aggiungere ancora due parole per chi volesse ristaurare il miracoloso edifizio, da cui la tomba di Porsenna
e forse questo laberinto stesso un giorno era sormontato. Noi abbiamo annullato la speranza di trovare mai avanzi di
simile edifizio sopra terra. Quando la mano devastatrice degli uomini mise a sacco la splendida capitale di Porsenna in
tal guisa che oggi non ne restano più che pochi pezzi di immensi quadri, i quali di mano in mano spariranno in ugual
modo mercè i quotidiani bisogni dei nostri contemporanei, il mausoleo di Porsenna non avrà resistito più che tante
migliaja di sepolcri, che erano analogamente ornati di fuori e che oggi per tutta l'Etruria non hanno lasciato segno veruno.
Sussiste peraltro una classe di monumenti che offre esempj della strana architettura di quelle popolazioni, i quali meglio
di tutt' altra cosa possono guidare i nostri pensieri in tale faccenda , dico i cippi ed i cinerarj. In quanto ai primi essi
sono stati da tutti gì' interpreti del testo di Plinio più o meno frugati ; sui cinerarj o sarcofaghi finora per quanto io
sappia non ha diretto la sua attenzione veruno. E perciò che qui riporto nella tavola VI un raro sarcofago proveniente
da Chiusi, il di cui singolare aspetto richiama , presso ognuno che ha pratica di vedere siffatti monumenti con occhio
esperimentato, siccome fece il nostro cavalier Canina appena vide il disegno eh' io mostrai in pubblica adunanza, le
particolarità del sepolcro di Porsenna. Esso presenta l'esempio d'una architettura del tutto nazionale e che con ogni
dritto può dirsi tosca. Il tetto che sporge in fuori in modo quasi sproporzionato , rammenta il cappello o petaso da
Varrone mentovato. Non è mio pensiero peraltro di voler far credere esso sasso ci porga una esatta copia del monumento
di Porsenna, chè al contrario intendo soltanto a fornire all'artista, che vorrà occuparsi della riproduzione di sì rinomato
edifizio, il materiale di cui egli ha bisogno tanto per il mausoleo che stava sopra terra quanto pel laberinto che dovea
trovarsi secondo il costume degli Etruschi nella sottoposta collina.

E. BRAUN.

DESCRIZIONE DEI SEPOLCRI E SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE

ESTESE DAL SIG. LUDOVICO GRUNER.

Alla distanza di tre miglia o circa da Chiusi, nella direzione di mezzogiorno,
trovasi situato il colle detto Poggio-Gaiella, località amenissima ed arborosa.
Egli s'innalza in mezzo a molte altre colline, ma isolato in se e coronato da folto
boschetto di annose quercie; la maggior parte del declive è fra Tanno colti-
vata a quelle produzioni di cereali, a cui si adatta il terreno calido ed arenoso:
alla quale coltivazione deve attribuirsi non solo che gli scavi sono interrottamente
impresi, ma eziandio che la superficie del terreno ne rimane por continuo più
avvallata e così variata, che si frangono i profili delle strade le quali conducono
agli ipogei e che molte delle camere sepolcrali medesime più aderenti alla su-
perficie del suolo riempionsi di terra e cadono in presta mina. Si può ritenere
quasi con certezza che collo scorrere dei secoli i pendii colti si sono abbassati
d'intorno a un braccio e mezzo da quello ch'erano in prima, e se n'ha prova
manifesta da più d'un indizio.

La maggior parte delle grotte sepolcrali da noi visitate e perora scavate
hanno l'apertura verso mezzodì e levante, dove trovansi ancora in gran numero
gl'indizj di grotte che attendono il loro scoprimento. Il sasso di cui è formato
l'intero poggio in discorso è di quella pietra vulcanica, la quale si chiama in
altre parti dell'Etruria nenfro e che in Chiusi vien distinta colla volgare deno-
minazione di calcarea fetida.

TAV. I. Offre la prospettiva pittoresca del descritto colle , nel centro della
quale s'apre il lungo passaggio che conduce alla

C. A. sala rotonda, e all'ingresso ai fianchi del quale scorgonsi gli avanzi
delle camere che sopra Tav. IV trovansi segnate con b. c. d.

C. B. Passaggio distrutto che riusciva alla grotta C. A.

B. a. Profilo del colle nel luogo che dà ingresso alla camere dipinte,
Tav. III. aa. bb.

A. a. Apertura ed ingressi per cui si giunge alle camere situate al di sopra
di quella in cui furon scoperte preziose oreficerie, Tav. II. A. I. a, e A. II. d.

C. a. Ingresso alla sala dalle sette nicchie Tav. II. G. III.

D. a. Ingressi alle due celle che mostrano parimente nicchie per collocar
urne cinerarie, Tav. II. D. IV.

La TAVOLA II, presenta il piantato di quella parte del colle, la quale
offre il maggior numero di accessi alle grotte e passaggi sotterranei. Sonovi in-
dicati mediante le lettere A. B. G. D i diversi piani soprapposti pei diversi
sepolcri del colle l'uno sopra l'altro, così che lettera A accenna il punto più alto.

A. I. a. Ambiente sopra la stanza b. B, nella quale furono rinvenute gra-
ziosissime oreficerie d'etrusco lavoro.

b. Due camere non terminate.

c. Cella in parte distrutta per riempimento di terreno. In questa località
furono trovati frammenti di fino vasellame dipinto.

L'ingresso di queste grotte sepolcrali sembra aver avuto altre volte forme
precise, tagliate nel tufo, mentrechè oggi tutto mostra disordine o per effetto
di naturale franamento e della mano devastatrice degli uomini. Quasi al me-
desimo livello trovasi il corpo di stanze d. e.

A. II. d. Tronco di colonna la quale altrcvolte sostenea la volta della stanza.

e. Tre camere senza ornamenti; le due stanze laterali sono a metà distrutte.

/. Lungo passaggio ancora rintracciabile che conducea all'appartamento
A. II, ed il quale siccome non concorda col centro di quest'ultimo, fà supporre
la sussistenza d'altri ipogei che devono rimanere dalla parte occidentale, dove
forse, secondo s'accennò, restano infiniti locali da scavarsi.

La fascia B, la quale rinchiude in un secondo piano il magnifico ipogeo
che si vede delineato sulla Tav. Ili, s'incrocerebbe colle sue diramazioni colle
fascie B e G di questa pianta e però l'abbiamo lasciata in bianco per maggior
chiarezza, siccome non furono nemmeno indicate nè grotte ne laberinto della
Tav. IV, i quali trovansi situati più bassi ancora nello stesso spazio.

C. III. a. Piccolo corridojo di molta pendenza, sui lati e sul fondo del
quale apronsi b sette nicchie rozze fatte per ricevere vasi ed urne cinerarie.

c. Parte conservata di stanza d'ingresso.

D. IV. a. Due corridoj che conducono a diverse nicchie più o meno rozze
dipulate al sopradetto uso di porvi urne o vasi.

TAV. III. Spazio B della Tavola II.

I. Mostra la parte la più graziosa per proporzioni, la più decorata di or-
namenti e la più regolare in quanto all'ingresso, i cunicoli e la distribuzione
generale.

Un lungo passaggio, ora allo scoperto con aditi a due terzi di strada, con-
duce a bellissimo sepolcro di cinque camere regolari, che una volta furono ricche
di pitture, ornamenti scolpiti e decorazioni d'ogni genere.

a. Ingresso principale, ancor in oggi della lunghezza di braccia toscane 27.

b. Le traccio dell'adito.

a, a. Stanza principale nella quale furono trovati i numerosi minuti pezzi
del vaso col Giudizio di Paride (Tav. V), che merce le diligenti cure del reve-
rendo sig. D. Luigi Dei, presentemente forma ornamento distinto del museo
Gasuccini in Chiusi.

b. b. Stanza la quale per sottile lamina d'oro, attaccata ad una delle pa-
reti, dagli intelligrnti viene supposta essere stata tutta rivestita di sì preziosa
materia. Vi furono ancor trovati molti piccioli ornamenti d'oro.
 
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