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Brunn, Heinrich; Brunn, Heinrich [Hrsg.]; Brunn, Hermann [Hrsg.]
Heinrich Brunn's kleine Schriften (Band 1): Römische Denkmäler. Altitalische und etruskische Denkmäler — Leipzig: Teubner, 1898

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https://doi.org/10.11588/diglit.45325#0133
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Bassorilievo di Villa Medici.

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fitto le poche reliquie ehe cli quest’ uso ci son pervenute, onde assicurar
almeno il- fatto, ehe anche in questo riguardo i Romani ricevettero, sia
pure con modificazioni, il sistema de’ loro maestri della Grecia. Fu per
questo scopo ehe nell’ ultima nostra adunanza, celebrata per la ricorrenza
del natale di Roma, vi proposi la rappresentanza delle sculture, ehe ador-
navano il frontone del tempio di Giove Capitolino, conservateci in un
bassorilievo dell’epoca di Marco Aurelio [oben S. 103 ff.]. Oggi e mia in-
tenzione di far lo stesso de’ frontoni di due altri tempj, de’ quali non meno
ehe del capitolino ci e stata conservata memoria, merce due bassirilievi
compagni tra loro ed esistenti da lungo tempo a Villa Medici, ove murati
nel palazzo in considerevole altezza si sono sottratti se non all’ attenzione
de’ dotti, almeno ad uno studio piu accurato. E merito del cav. Ingres, gia
direttore dell’Accademia di Francia, di aver fatto cavar i gessi almeno delle
parti architettoniche, le quali solo si trovano in uno stato di conservazione,
non voglio dir perfetta, ma tale, ehe i ristauri non vi hanno potuto alterare
nessuna parte essenziale. All’ incontro le figure ehe erano disposte a’ due
lati dell’ architettura, sono maltrattate dal tempo in modo da non permetter
nemmeno una congettura sul loro significato; onde abbiamo creduto meglio
di ometterle affatto ne’ disegni, ehe vi proponiamo in quest’ adunanza. Di
una.sola particolarita voglio far parola, della barba cioe di una testa vera-
mente antica, la quäle ci da la certezza, ehe questi rilievi non possono
appartenere ad un’ epoca anteriore ad Adriano. Confrontando questo fatto
coli’ eleganza dell’ architettura, colla relativa purezza dello stile di essa, come
pure delle figure de’ frontoni, non andereino lontano dal vero, se asse-
veriamo, ehe neppure potranno esser posteriori alla fine del secondo secolo
della nostra era. — Siccome originariamente avranno appartenuto a qual-
che monumento pubblico di un imperatore, sarebbe di grand’ importanza
il conoscerne la provenienza: ma pur qui siamo privi di notizie. La spie-
gazione dunque non potra aver altro fondamento se non la rappresentanza
de’ tempj stessi e specialmente delle sculture ehe ne adornano i frontoni.
Tra le piu semplici e nel medesimo tempo piu chiare son quelle del
tempio a sei colonne (Tav. d’ agg. ü. S~) [Abb. 32, 33]. Mostrasi cioe eretto
in mezzo al frontone un gran trono, sul quäle riposa una corona murale,
attributo solito della Cibele ossia Madre magna Idea. A questo simbolo,
ehe qui occupa il luogo della dea stessa, si aggiungono ad ambo i lati due
figure, delle quali e difficile a dire, se siano di sesse virile o femminile. Ma
tal’ incertezza appunto nella religione di Cibele trova una piena spiegazione.
Giacche vi riconosciamo due di quegli Eunuchi fanatici ossia Galli, ehe
formano il tiaso della dea; come tali si appoggiano sul timpano, 1’ istru-
mento principale dell’ orgiastico suo culto, ed uno porta nella mano quel
medesimo ramo d’albero, ehe altre volte viene attribuito alla dea stessa.
I leoni ehe quasi mai non mancano nelle rappresentanze di Cibele, hanno
trovato posto pur qui, onde chiudere la composizione verso le estremita del
frontone. Nuova conferma finalmente accresce la figura ehe ci si mostra
in giusa di acroterio sull’ angolo destro di chi guarda (giacche essa sola e
antica). E esso il giovane Ati, ministro e favorito di Cibele, il quäle
vestito alla frigia suona il timpano, battendolo a guisa di tamburri.no.
E dunque fuor di dubbio, esser questo tempio dedicato alla Madre
magna Idea. Quäle e da chi lo sia, per il momento lo lasciamo indeciso,
 
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