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Brunn, Heinrich; Brunn, Heinrich [Editor]; Brunn, Hermann [Editor]
Heinrich Brunn's kleine Schriften (Band 3): Interpretation. Zur Kritik der Schriftquellen .. — Leipzig: Teubner, 1906

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https://doi.org/10.11588/diglit.45324#0045

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Ratto di donna.

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partener al partito de’ rapitori rappresenta piuttosto il padre disperato della
donzella perseguitata. E questa una di quelle figure ehe possono chiamarsi
tipiclie in tali rappresentanze: benche accorrendo come per prestar aiuto,
non e munito di nessun’ arma necessaria ad una difesa efficace; ma l’ar-
tista qui come sempre si e attenuto al carattere di re; egli ci mostra un
uomo di eta provetta, vestito di semplice manto, ma distinto come re dallo
scettro ehe porta nella sinistra. Non meno tipiclie sono le figure delle due
donne, ehe dietro il re, ma in direzione opposta corrono fuggendo con
gesti di spavento: sono sorelle o compagne della rapita, quali altre volte
intervengono per anunciar al re la disgrazia ehe sta per avvenire, mentre
qui anche dopo Γ intervenzione di esso proseguono la loro fuga. — Resta
una figura sola all’ altra estremita del quadro, un altro re, vestito di largo
manto e munito di scettro, ehe sta guardando con tutta tranquillita il
gruppo delle due figure principali ehe muovono verso di lui. Non potra
dunque appartenere alla famiglia della donna, ma sara presente come per
augurar un felice esito all’ impresa del giovane, sia egli il padre di lui,
oppure qualche parente.
Fin qui tutto mi pare chiaro, ne credo aver bisogno di appoggiar la
spiegazione del soggetto in genere per le moltiplici analogie di simili ratti,
frequentissimi specialmente ne’ dipinti vasculari. All’ incontro mi pare dif-
ficilissimo di assegnar alle figure rappresentate de7 nomi mitologici certi e
tali, ehe sulla loro attribuzione non possa cader nessun dubbio. Procedendo
per la via negativa, potremo dir ehe in primo luogo restano excluse tutte
le favole, nelle quali il persecutore e un dio, non potendo convenir la
figura del giovane sul nostro vaso ne a Giove, ne ad Apolline, Mer-
curio o qualsiasi altro dio. Lo stesso vale de’ demoni, quali p. e. sono
Borea o Zefiro. Cosi venendo al ciclo degli eroi ci ricorderemo presto del
ratto delle Leucippidi: ma essendo questo un ratto commesso da due fra-
telli in due sorelle, abbandoneremo presto pur questa idea. Non meno
celebre e la favola di Peleo e Tetide, ed era un tempo, nel quäle non
mancava chi avrebbe senza fallo riconosciuto sul nostro vaso, come sopra
tanti altri, „Γ amante di Tetide“. Ora pero non vi penseremo, non tro-
vando nessuno de’ contrassegni caratteristici delle rappresentanze certe di
questo mito, come il gruppo di Peleo lottante, qualche indizio delle tras-
formazioni di Tetide, la presenza di qualche deita o demone marino o al-
meno di qualche attributo relativo all’ elemento dell’ acqua, oppure la pre-
senza di Chirone ec.
Se dopo tali restrizioni sara tempo di cercar qualche indizio ehe possa
condurre ad un’ attribuzione positiva, giovera richiamar alla nostra memoria
1’ autorita decisiva, ehe sopra grandissima parte de’ vasi dipinti ha esercitato
la poesia e la mitologia dell’ Attica. Cosi si mostrera almeno di qualche
importanza il confronto di un altro dipinto vasculare, sia pure ehe questo
stesso in molti riguardi abbia bisogno di nuovi lumi invece di darli. E
desso il dipinto d’ un’ anfora vulcente del museo di Monaco (n. 410 del
catalogo di Jahn, pubblicato dal Gerhard, Auserl. Vas. III, t. 168 [Furt-
wängler-Reichhold, Vasenmalerei I, Taf. 33J). Vi e rappresentato Teseo
(0ESEVS) asportando tralle sue braccia una donna, alla quäle un’altra
cerca invano di prestar aiuto. Sebbene accanto alla prima si legga il nome
di Corone (KOPONE), alla seconda quello di Elena (HELENE), non-
 
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