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32 TRAMONTO ROMANO
riposano appunto sotto questo cielo, in fra le
brune viole e le bianche margherite, onde s’in-
fiora il piccolo cimitero appiè della piramide di
Cestio. Or non è molto, le nobili rovine delle terme
Antoniniane parlarono alla fantasia di un altro
altissimo poeta, che le cantò e ne fece argomento
di una delle più belle fra le sue Odi barbare (').
Sul colle ad esse sovrastante s’innalzarono
una volta gli ameni Orti Asiniani, cui il Pelle-
grini assegna alcuni avanzi scoperti dentro alla
vigna Guidi, ed ai quali io principalmente ac-
cenno, perchè il già mentovato gruppo del Toro
Farnesiano, lavoro di Apollonio e Taurisco e ve-
nuto da Rodi, è allegato da Plinio fra i monu-
menti onde Asinio Pollione, fondatore degli orti,
nobilitò l’Aventino. La valle che si allarga di
sotto a questo colle, fu nei tempi repubblicani
destinata agli esercizi di nuoto donde le venne
il nome di Piscina Publica, nome che si estese
più tardi, alla regione XII auguslana, perché rac-
chiuse appunto la detta valle. Abbandonata po-
scia ed asciugata ne rimase tuttavia il nome,
ancora in pieno vigore l’anno 357 dell’èra vol-
gare, secondo si ricava da Ammiano Marcellino.
E forse la chiesa di S. Sisto sarà sorta sul luogo
dell’antica Piscina Publica, quantunque alcuni la
dicano più presto eretta in sulle rovine del tem-
pio di Marte Estramuraneo.

(’) Carducci, Dinanzi alle Terme di Caracalla.
 
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