LA FESTA DELLE ROSE
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E qui torna opportuno osservare, come al-
l’adagio greco : se non ti affretti a coglier la rosa,
invano la ricercherai, cui corrisponde l’italiano:
non vi ha rosa di cento giorni, facciano, in certo
modo, riscontro alcuni versi di Ovidio (*), i quali
invitano a godere della giovinezza mentre essa
è in fiore, atteso che, sfogliata che sia la rosa, la
spina è dispregiata. Nè altrimenti consiglia Teo-
crito (2), il quale paragona la fugace bellezza
della rosa al rapido dileguarsi della età giova-
nile: e cosi pure un greco epigramma:
Eì κάλλει κανχά, γίγνωσχ' ori κ«ί ρόΰον άν&εΐ '
ίίλλά μαραν&εν άφι·ω συν κοπρίοι,ς έρίερη.
”Αν&ος γάρ κ«ί κάλλος ϊσον χρόνον έστι λαχόντα·
ταϋτα ό'όμη φ&ονέων έξεμάρανε χρόνος (’).
E lo stesso pensiero rinveniamo in un epi-
gramma latino:
Ac veluti formosa rosa, cum tempore prodit,
Arescit certe tempore deinde suo.
Sic tu coepisti primo formosa videri
Tempore, sed subito desinis esse mea (4).
Dirò finalmente, come l’elegantissimo poe-
metto latino, d’incerto autore, intitolato Pervi-
gilium Veneris, che altro non è se non un inno
(*) Fast., V, v. 353-54·
Et monet aetatis specie, dum floreat, uti:
Contenuti spinam, cum recidere rosae.
(2) Idyll., XXIII.
(5) Anthol. Pai., XII, 234.
(4) Burmann, Anthol. Lat., IV, 152.
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E qui torna opportuno osservare, come al-
l’adagio greco : se non ti affretti a coglier la rosa,
invano la ricercherai, cui corrisponde l’italiano:
non vi ha rosa di cento giorni, facciano, in certo
modo, riscontro alcuni versi di Ovidio (*), i quali
invitano a godere della giovinezza mentre essa
è in fiore, atteso che, sfogliata che sia la rosa, la
spina è dispregiata. Nè altrimenti consiglia Teo-
crito (2), il quale paragona la fugace bellezza
della rosa al rapido dileguarsi della età giova-
nile: e cosi pure un greco epigramma:
Eì κάλλει κανχά, γίγνωσχ' ori κ«ί ρόΰον άν&εΐ '
ίίλλά μαραν&εν άφι·ω συν κοπρίοι,ς έρίερη.
”Αν&ος γάρ κ«ί κάλλος ϊσον χρόνον έστι λαχόντα·
ταϋτα ό'όμη φ&ονέων έξεμάρανε χρόνος (’).
E lo stesso pensiero rinveniamo in un epi-
gramma latino:
Ac veluti formosa rosa, cum tempore prodit,
Arescit certe tempore deinde suo.
Sic tu coepisti primo formosa videri
Tempore, sed subito desinis esse mea (4).
Dirò finalmente, come l’elegantissimo poe-
metto latino, d’incerto autore, intitolato Pervi-
gilium Veneris, che altro non è se non un inno
(*) Fast., V, v. 353-54·
Et monet aetatis specie, dum floreat, uti:
Contenuti spinam, cum recidere rosae.
(2) Idyll., XXIII.
(5) Anthol. Pai., XII, 234.
(4) Burmann, Anthol. Lat., IV, 152.
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