58 LA FESTA DELLE ROSE
nelle Metamorfosi di Apuleio (’), il quale dive-
nuto asino per causa di un incantesimo, né po-
tendo tornare alla sua forma primitiva se non
mangiando delle rose, rinvenutele finalmente in-
torno alla edicola di Epona nella stalla ove lo
avevano rinchiuso, tentò, ma invano, di afferrarle.
Corone di rose erano del pari adoperate nel
culto d’Iside; e da una tavola arvalica, che no-
mina corone rosacee, ricaviamo come queste fos-
sero altresì in uso nei banchetti e nelle epule
sacre dei Fratelli Arvali, e come si distribuissero
insieme con le rose solutae, ossia sciolte (* 2), il
secondo giorno della loro festa. I sacerdoti Salii,
al contrario, solevano portar sul capo una corona
sutilis, cioè a dire fatta tutta di sole foglie di
rose cucite insieme.
Il popolo s’incoronava di fiori, in segno di
allegrezza, nei giorni anniversari e nelle feste
pubbliche, come, a cagion di esempio, durante le
Palilia, feste con le quali, nel mese di aprile, si
celebrava la lieta memoria della fondazione di
Roma. Il che ne viene altresì confermato da un
calendario del tempo di Tiberio, in cui appunto
il ventunesimo giorno di aprile é indicato con
le parole : roma cond(zAz) fer(ù^) coronatis
omnibus) (3).
C) Χί·
(2) Marini, Atti e Monum. de’ Fratelli Arvali, p. 316.
(3) Bull. Arch. Com. 1876, pp. 16-17. La stessa indica-
nelle Metamorfosi di Apuleio (’), il quale dive-
nuto asino per causa di un incantesimo, né po-
tendo tornare alla sua forma primitiva se non
mangiando delle rose, rinvenutele finalmente in-
torno alla edicola di Epona nella stalla ove lo
avevano rinchiuso, tentò, ma invano, di afferrarle.
Corone di rose erano del pari adoperate nel
culto d’Iside; e da una tavola arvalica, che no-
mina corone rosacee, ricaviamo come queste fos-
sero altresì in uso nei banchetti e nelle epule
sacre dei Fratelli Arvali, e come si distribuissero
insieme con le rose solutae, ossia sciolte (* 2), il
secondo giorno della loro festa. I sacerdoti Salii,
al contrario, solevano portar sul capo una corona
sutilis, cioè a dire fatta tutta di sole foglie di
rose cucite insieme.
Il popolo s’incoronava di fiori, in segno di
allegrezza, nei giorni anniversari e nelle feste
pubbliche, come, a cagion di esempio, durante le
Palilia, feste con le quali, nel mese di aprile, si
celebrava la lieta memoria della fondazione di
Roma. Il che ne viene altresì confermato da un
calendario del tempo di Tiberio, in cui appunto
il ventunesimo giorno di aprile é indicato con
le parole : roma cond(zAz) fer(ù^) coronatis
omnibus) (3).
C) Χί·
(2) Marini, Atti e Monum. de’ Fratelli Arvali, p. 316.
(3) Bull. Arch. Com. 1876, pp. 16-17. La stessa indica-