IL CULTO DEGLI ALBERI
201
guenti. Basti ricordare la maravigliosa selva di
Brècheliande in Francia, ove risiedeva l’incanta-
tore Merlino: e similmente la foresta incantata
di Armida si poeticamente descritta dal Tasso e
per avventura inspiratagli dai ricordi appunto di
Merlino e di Arturo. Ed oggigiorno ancora nel
Belgio il popolo crede, che i vasti ed antichi
boschi o luci de’loro maggiori sieno abitati da
spiriti misteriosi, i Woudmannen o Boscb-goden, i
quali di nottetempo vengono quivi a saltare e
a carolare. Tanto poi nelle leggende medievali
quanto nelle cronache e nei poemi romanzeschi
e nelle relazioni di viaggi dello stesso tempo, si
ha notizia di un Albero Secco (arbor sicca') inte-
ramente scempio di fronde ed esistente, secondo
alcuni, nel mezzo di una regione deserta dell’ e-
stremo Oriente; né é inverosimile che esso sia
una cosa medesima con l’Albero del Paradiso ter-
restre (l).
L’arte europea utilizzò e adoperò la figura
dell’albero nella decorazione religiosa, e a noi
vien fatto soprattutto vederlo nelle sculture del
tempo romanzo. Né sarebbe strano il supporre,
che alcuni bassorilievi del secolo decimosecondo
altro non siano se non reminiscenze dell’oriente,
come, per esempio, i due animali mistici che
(!) Graf, Roma nella memoria e nelle imaginazioni del
medio evo, li, pp. 491-493, 494-495.
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guenti. Basti ricordare la maravigliosa selva di
Brècheliande in Francia, ove risiedeva l’incanta-
tore Merlino: e similmente la foresta incantata
di Armida si poeticamente descritta dal Tasso e
per avventura inspiratagli dai ricordi appunto di
Merlino e di Arturo. Ed oggigiorno ancora nel
Belgio il popolo crede, che i vasti ed antichi
boschi o luci de’loro maggiori sieno abitati da
spiriti misteriosi, i Woudmannen o Boscb-goden, i
quali di nottetempo vengono quivi a saltare e
a carolare. Tanto poi nelle leggende medievali
quanto nelle cronache e nei poemi romanzeschi
e nelle relazioni di viaggi dello stesso tempo, si
ha notizia di un Albero Secco (arbor sicca') inte-
ramente scempio di fronde ed esistente, secondo
alcuni, nel mezzo di una regione deserta dell’ e-
stremo Oriente; né é inverosimile che esso sia
una cosa medesima con l’Albero del Paradiso ter-
restre (l).
L’arte europea utilizzò e adoperò la figura
dell’albero nella decorazione religiosa, e a noi
vien fatto soprattutto vederlo nelle sculture del
tempo romanzo. Né sarebbe strano il supporre,
che alcuni bassorilievi del secolo decimosecondo
altro non siano se non reminiscenze dell’oriente,
come, per esempio, i due animali mistici che
(!) Graf, Roma nella memoria e nelle imaginazioni del
medio evo, li, pp. 491-493, 494-495.