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ANTICA EPIGRAFIA SPICCIOLA

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il quindicesimo anno dell’ imperatore Adriano;
athyr era al suo ventiquattresimo giorno. Il ven-
ticinquesimo giorno del mese athyr; laddove in
un’altra, che pur traduco, essa si studia di far
risaltare la nobiltà della sua stirpe insieme coi
meriti suoi letterari : Perocché i miei pii antenati,
il dotto Bulbillo e Antioco... ti salutarono altre
volte. Bulbillo nacque da una madre di sangue
reale, da Acme; e il padre del padre suo era il
re Antioco. È da. loro che proviene il nobile san-
gue che scorre nelle mie vene. 0 tu che passi, volgi
gli occhi su questi versi, scritti da me, Balbilla.
Ma non é questo il luogo di distenderci lun-
gamente sopra i manierati versi della vanitosa
Balbilla ed esaminarne il giusto valore; e quindi
passeremo ai Greci, i quali sappiamo come aves-
sero per costume di moltiplicare le iscrizioni,
massimamente quelle amorose e che acclama-
vano la bellezza di una tale fanciulla o di un
tal efebo.
Le segnavano su di ogni cosa che offrivano
all’oggetto della loro passione, e i vasi dipinti
ce ne forniscono frequenti esempi. Anche sulle
mura solevano scrivere dichiarazioni di amore,
e talvolta persino sulla scorza degli alberi. Un
frammento di Callimaco dice (*): portate lettere
incise nelle cortecce, quante dicano Cidippe bella;

(’) Bergk, Antbol. lyrica, 29 [101].
 
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