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3 54 ANTICA EPIGRAFIA SPICCIOLA
ed a si fatto uso poeticamente alludono Vir-
gilio (*) ed Ovidio (2).
Allorquando un giovane ateniese voleva con-
quistare un’etèra, egli ne scriveva il nome sulle
mura del Ceramico, accompagnandolo con epiteti
lusinghieri e amorosi. E le etère, alla lor volta,
commettevano ad un servo di segnare col car-
bone sulle stesse mura del Ceramico il nome
dell’uomo cui agognavano sedurre (3).
In Roma i graffiti dovettero essere numerosi,
e se tuttora esistessero i primitivi intonachi dei
monumenti, ve ne leggeremmo di viaggiatori,
come ne leggiamo di cittadini nelle stanze, per
esempio, del Palatino e dell’Aventino, simiglianti
a quelli di ogni maniera ond’è ricca Pompei.
I graffiti tuttavia di alcune antiche stanze
dell’Aventino, tornate in luce l’anno 1855, sono
per la più gran parte opera di persone di con-
dizione bassa e servile; ed è certamente curiosa
l’iscrizione di un anonimo, incisa sulle pareti
di una di quelle stanze attenente forse alla
dispensa ed al celialo domestico, il quale, non
sappiamo per qual ragione ivi rinchiuso, fa voto
di sacrificare, probabilmente a Bacco, quanti
sestari di vino erano li entro, se gli riusciva di
uscirne sano e salvo : votum feci, si rccic exiero,

C) Eclog. X, v. 53-54·
O Epist. V, v. 21 e sgg.
C) Vegg. Jacobs, Von den Hetàren, ecc.
 
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