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lontano avvenire. 11 servire poi la patria non è come
credono alcuni un dover chimerico, ma bensì un do-
vere assoluto e positivo, e l’amor patrio è il capitello
corintio per così dire de’ nobili sentimenti. L’ uomo ,
figlio dell’abitudine vede nella terra natia il retaggio
degli avi suoi : ivi riposano le ossa di lunga serie di
generazioni a cui egli è legato co’più sacri vincoli di
natura e di amistà. E chi non vede con diletto il suolo
ove ebbe la cuna? Sia per inclinazione, sia per gra-
titudine anche le più orrorose caverne, le più dirupate
balze piacciono a chi vi ebbe i natali. Il saggio Ulisse
giuoco delle onde, preferiva le sirti della sua Itaca ai
giardini incantati della figliuola del Sole; ed Ovidio
dalla Scizia esclamava che il cenere suo recato lesse
alla Città de’sette colli.
La riconoscenza e l’attaccamento al suolo nativo
m’han mosso ed impegnato al raccoglimento e al ri-
chiamo di tante belle patrie memorie in brani disperse
e poco conosciute; e sebbene il nostro illustre com-
patriota Pansa seppe, per quanto comportavano i suoi
tempi, tramandarci con laboriose ricerche le antiche
memorie della nostra patria: tuttafiata non andò im-
mune da qualche anacronismo, e da indigeste notizie
anomali. Le vicende de’tempi dolorosamente c’invo-
larono tanti preziosi monumenti e diplomi del secolo X
e ad esso posteriori; per rimediare adunque in parte a co-
tanta perdita non trascurammo di frugare a bella posta
i rispettabili archivj di Monte Casino, della Trinità della
Cava, ed i miserabili avanzi lasciati nel nostro archi-
vio metropolitano, per le analoghe storiche ricerche.
Qualunque siasi notizia è sempre importante in tal la-
voro: ogni minuzia può divenire un prezioso elemento
lontano avvenire. 11 servire poi la patria non è come
credono alcuni un dover chimerico, ma bensì un do-
vere assoluto e positivo, e l’amor patrio è il capitello
corintio per così dire de’ nobili sentimenti. L’ uomo ,
figlio dell’abitudine vede nella terra natia il retaggio
degli avi suoi : ivi riposano le ossa di lunga serie di
generazioni a cui egli è legato co’più sacri vincoli di
natura e di amistà. E chi non vede con diletto il suolo
ove ebbe la cuna? Sia per inclinazione, sia per gra-
titudine anche le più orrorose caverne, le più dirupate
balze piacciono a chi vi ebbe i natali. Il saggio Ulisse
giuoco delle onde, preferiva le sirti della sua Itaca ai
giardini incantati della figliuola del Sole; ed Ovidio
dalla Scizia esclamava che il cenere suo recato lesse
alla Città de’sette colli.
La riconoscenza e l’attaccamento al suolo nativo
m’han mosso ed impegnato al raccoglimento e al ri-
chiamo di tante belle patrie memorie in brani disperse
e poco conosciute; e sebbene il nostro illustre com-
patriota Pansa seppe, per quanto comportavano i suoi
tempi, tramandarci con laboriose ricerche le antiche
memorie della nostra patria: tuttafiata non andò im-
mune da qualche anacronismo, e da indigeste notizie
anomali. Le vicende de’tempi dolorosamente c’invo-
larono tanti preziosi monumenti e diplomi del secolo X
e ad esso posteriori; per rimediare adunque in parte a co-
tanta perdita non trascurammo di frugare a bella posta
i rispettabili archivj di Monte Casino, della Trinità della
Cava, ed i miserabili avanzi lasciati nel nostro archi-
vio metropolitano, per le analoghe storiche ricerche.
Qualunque siasi notizia è sempre importante in tal la-
voro: ogni minuzia può divenire un prezioso elemento