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a ciò a fare alcune facezie o atti ’) nella detta chiesa,
che in latino volgare si dicevano Squarastase 2), o, se-
condo il Rituale Orsiniano, li squarastate ; le quali co-
stumanze nel principio del secolo XVI furono, come dice
la interpolazione dell’Astrino nella edizione del 1526 della
Cronaca di Partenope, interlassate.
IV.
CHIESE MINORI , COLLEGIATE , O ESTAURITE
CAPPELLE ED ORATORII
11 biografo di S. Attanasio nostro Vescovo , che pro-
babilmente scrisse tra la fine del IX ed i principii del X
secolo, facendo con parole entusiastiche le lodi della città
di Napoli e della grande pietà e carità dei suoi concit-
tadini, afferma fra 1’ altro, che Napoli era piena di chiese
frequentissime e preclare, cioè, di antica e vetustissima
struttura edificate, non che di monasteri di uomini e di
donne; in guisa che per le continue preci, notturne e diurne,
di questi aiutata rimaneva sempre sicura ed invitta 3). Ed
in vero 1’ affermazione dell’ agiografo ha una bellissima
ed inoppugnabile ripruova nei documenti dei tempi du-
cali, che oltre le parrocchie e le diaconie, delle quali ab-
biamo già parlato, ed oltre ai monasteri, di cui tratteremo
9 II Rituale dell’arcivescovo Giovanni Orsini (a. 1328-1358) n.° 28
chiama giuoco (ludum) questi atti. V. Sparano, 0. c. t. 1, p. 167.
2) V. Mazzocchi, De catti. eccl. Neap. p. 230 e ss.
3) Interius (Neapolis) frequentissimis ecclesiis ac praeclaris antiquae
vid. et vetustissima# structurae editis, nec non et monasteriis virorum
et puellarum farta retinetur, ut horum continuis precibus nocturnis diu-
turnisque adjuta invictrix consistat et tuta. Vita s. Attanasii in M. N.
D. t. 1. p. 139.
a ciò a fare alcune facezie o atti ’) nella detta chiesa,
che in latino volgare si dicevano Squarastase 2), o, se-
condo il Rituale Orsiniano, li squarastate ; le quali co-
stumanze nel principio del secolo XVI furono, come dice
la interpolazione dell’Astrino nella edizione del 1526 della
Cronaca di Partenope, interlassate.
IV.
CHIESE MINORI , COLLEGIATE , O ESTAURITE
CAPPELLE ED ORATORII
11 biografo di S. Attanasio nostro Vescovo , che pro-
babilmente scrisse tra la fine del IX ed i principii del X
secolo, facendo con parole entusiastiche le lodi della città
di Napoli e della grande pietà e carità dei suoi concit-
tadini, afferma fra 1’ altro, che Napoli era piena di chiese
frequentissime e preclare, cioè, di antica e vetustissima
struttura edificate, non che di monasteri di uomini e di
donne; in guisa che per le continue preci, notturne e diurne,
di questi aiutata rimaneva sempre sicura ed invitta 3). Ed
in vero 1’ affermazione dell’ agiografo ha una bellissima
ed inoppugnabile ripruova nei documenti dei tempi du-
cali, che oltre le parrocchie e le diaconie, delle quali ab-
biamo già parlato, ed oltre ai monasteri, di cui tratteremo
9 II Rituale dell’arcivescovo Giovanni Orsini (a. 1328-1358) n.° 28
chiama giuoco (ludum) questi atti. V. Sparano, 0. c. t. 1, p. 167.
2) V. Mazzocchi, De catti. eccl. Neap. p. 230 e ss.
3) Interius (Neapolis) frequentissimis ecclesiis ac praeclaris antiquae
vid. et vetustissima# structurae editis, nec non et monasteriis virorum
et puellarum farta retinetur, ut horum continuis precibus nocturnis diu-
turnisque adjuta invictrix consistat et tuta. Vita s. Attanasii in M. N.
D. t. 1. p. 139.