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Cartari, Vincenzo; Malfatti, Cesare [Hrsg.]; Deuchino, Evangelista [Bearb.]; Pulciani, Giovanni Battista [Bearb.]
Le Imagini De gli Dei de gli Antichi, Del Signor Vincenzo Cartari Regiano: Nelle quali sono descritte la Religione de gli Antichi, li Idoli, riti, & Ceremonie loro, Con l'agiunta di molte principali Imagini, che nell'altre mancauano, Et con l'espositione in epilogo di ciasceduna, & suo significato — In Venetia: Appresso Euangelista Deuchino, & Gio. Battista Pulciani, 1609

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https://doi.org/10.11588/diglit.71026#0041
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De gli Antichi. 5 ■
condo de Promani non voleva,che si credesse potersi dare essigie alcu-
na d Dio, come racconta aiutar co. Onde sletterò i Promani da princi-
pio cento settunta anni singa mai sare simulacro alcuno de i loro TOeì,
coinè che sosse grane errore tirare le cose divine, & immortali alla simi-
litudine delle mortali,& humane. <jli Ter si parimente,& ([Utili della Permani.
Libia già ne primi tempi non hebbero alcune ftatue, nè altari) nè tem-
pi! . ‘De gli S citi [crine Herodoto. che, benché adoróstero molti ‘Dei,co- Sciti.
meLlebta, (jicue, x^dppollo, tJMarte,& altri ,alli quali davano nomi
proprqalla lingua loro,non fecero però tempio,altare, nè satua ad altri,
che à Cdlarte, come vedremo poi nella [va irnagine , & pure siacrisica-
uano à tutti in vn medefimo modo. (jli Ifjedoni,gente medesimqgnente Issedoni.
'della Scithia, non adoravano altro stmulacro : che vn tefchio di morto ,
bauendo, come recita il medesimo Herodoto , vn cosi satto cosiumefrà sicheto
loro , che,cui moriva il padre,portavano tutti i parenti, & amici delle
pecore, le quali ammaccavano poi, & tagliavano tutte inpeg?j,& il
medesimo facevano del corpo del morto, che lo mettevano in peggi, &
di quelle carni tutte mejcolate insicine delle pecore , & del morto sa-
cevano gran convito , & se le mangiavano tutte indisserentemente.
‘Dapoi scoriicauano la tetta del morto guardata per quello > & la
purgavano ben dentro , & di suori , si che restaua il teschio solo
tutto mondo , & queQo indoravano > & tenevano per fimulacro ;
cui sacevano ogni anno folenne facrificio. Et TomponioCMela & Póponio
Solino riseriscono, che lo guardavano per tagga da bere ; & che era il Mela-
maggiore honore,che [apesjerofareal morto. >A ciò è silmile quello,che 5°^”° ‘
riserisce Suida di certa gente della Giudea, laquale adorauavn tescbio
di tifino d’oro, e glifiacrificaua ogni ter%p anno vrìhuomosoresiiero,
tagliandolo tutto in minuti pc^gi. Quelli di tjtfarsilia nella Gallia
"H^arboncfie adoravano ne i consettati bocchisenga simulacro alcuno ; se
nonché talhora sacevano riuerengaà gli alti tronchi, non altrimente
che se in quelli bavessero creduto esfere i divini LSsumi, come serine Lu-
cano. Et ne i primi tempi dopò il diluvio gli huomìni da bene ,
giulìi habitauano [otto le quercie, come si legge apprejjo di Tlinio > &
quelle haueuano in vece di santi Esumi& di[aerati tempii 5 perche Quercie
le quercie davano loro ghiande,onde vivevano, egli coprivano dalle-^^0^te‘
pioggie, dalle altre ingiurie dei tempi. Defcriuendo fPaufania
l’.A caia,, mette,che in certa parte di quel paese surono da trenta pietre
quadresenga altra sigura, le quali haueuano ciascheduna il suo nome
di diverti sDei 9 0 erano guardate eon molta veneratione, perche fù an- '
’ ~ tìCQ
 
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