Degli Antichi. 213
In sè l’empio suror, & apre, e scuopre
L’ira arrabbiata, che dal petto viene ;
Qua > qua venite à vdir le mie querele
Centra quello malvagio, empio , e crudele
Quasi che altri non fofìe, che meglio lopotessè punire della suasim-
pietà, Conciofia che gli assetti stessi dettammo siano quelli,che piu ci tra
uagliano di qual'altra si voglia cofa,quando torcono dal dritto, & diven-
tano disordinati j nè altro sono in noi le Furie insernali : che di quelli in-
tesero i Booti siotto il nome di quelle. Onde Lattantio così dice : Fin- Lat.tant*°
sero i Booti, che tre sffsèro le Furie, le quali venisiero à turbare le menti 4e
humane , perche tre fono gli assetti , che tirano gli huomini à sare C e
ogni male , sengapure batter alcun minimo risletto , nè alla propria
sama,nè alla samiglia,da che si scende,nè alla propria vita ; La Ir a,che
cerca vendettasia Cupidigia, che brama ricche^ge, & la Libidine,che si
dà in preda à dishonesti piaceri. ‘Benché ci surono quefti assetti dati da
Bàio,perche a ben vivere ci aiutassero,&perciò pofe loro la divina proui-
dengà certi termini, oltre alti quali non più ci giovano, ma ci nuocono ;
perche mutano la natura loro,& di virtù,che erano prima,diuentano vi-
tqsjmperocbe il desiderar di hauer su aggiunto all'animo nosiro, accioche
si procacciale ciascheduno di conseguir quello, che alla vitaènecefiario .
Fugli dato l’appetito lascivo, perche sittamente à generar sigliuoli l’ado-
prasse,& così per la continua fuccefsione sosse conseruata la Humana pro-
le,& ordinato su,che quando voleva,si potejfe adirare,accioche meglio ca
ssigassegli altrui errori, e mettere sreno à quelli, liqualisonoin fuopo-
tere,& si pigliano ogni libertà di sar male.Quesii assetti dunque, & paf-
sitoni dettammo nosiro, mentre che stanno nella natura loro, nè più oltre
passano di quello,à che surono ordinatici danno vita quieta,& tranquil-
la:ma se altrimente sanno, tutta ce la turbano, & ci trattagliano a guisa
di Furie insernali. He quali dauano gli antichi accefe sacelle in mano,
per mosiraregli ardori,che nel petto ci ponganogli assetti, che io dissì, co-
me si vedrà meglio anchora nella imagine di Tisisone,della quale, quan-
do ella và per seminare odio, & discordia tra gli empi sratelli Etheocle,
‘Polinice,Statio mosirando la letitia, che ella sentiuaper lo andare ad Starlo.
operare cosa sirmile,sa ritratto in quesia guisa.
"Non vàpiù lieta altrove, ò più veloce,
T^è sà meglio di questa alcuna vieta |
^e la ve à l’alme peccatrici noce 9
In sè l’empio suror, & apre, e scuopre
L’ira arrabbiata, che dal petto viene ;
Qua > qua venite à vdir le mie querele
Centra quello malvagio, empio , e crudele
Quasi che altri non fofìe, che meglio lopotessè punire della suasim-
pietà, Conciofia che gli assetti stessi dettammo siano quelli,che piu ci tra
uagliano di qual'altra si voglia cofa,quando torcono dal dritto, & diven-
tano disordinati j nè altro sono in noi le Furie insernali : che di quelli in-
tesero i Booti siotto il nome di quelle. Onde Lattantio così dice : Fin- Lat.tant*°
sero i Booti, che tre sffsèro le Furie, le quali venisiero à turbare le menti 4e
humane , perche tre fono gli assetti , che tirano gli huomini à sare C e
ogni male , sengapure batter alcun minimo risletto , nè alla propria
sama,nè alla samiglia,da che si scende,nè alla propria vita ; La Ir a,che
cerca vendettasia Cupidigia, che brama ricche^ge, & la Libidine,che si
dà in preda à dishonesti piaceri. ‘Benché ci surono quefti assetti dati da
Bàio,perche a ben vivere ci aiutassero,&perciò pofe loro la divina proui-
dengà certi termini, oltre alti quali non più ci giovano, ma ci nuocono ;
perche mutano la natura loro,& di virtù,che erano prima,diuentano vi-
tqsjmperocbe il desiderar di hauer su aggiunto all'animo nosiro, accioche
si procacciale ciascheduno di conseguir quello, che alla vitaènecefiario .
Fugli dato l’appetito lascivo, perche sittamente à generar sigliuoli l’ado-
prasse,& così per la continua fuccefsione sosse conseruata la Humana pro-
le,& ordinato su,che quando voleva,si potejfe adirare,accioche meglio ca
ssigassegli altrui errori, e mettere sreno à quelli, liqualisonoin fuopo-
tere,& si pigliano ogni libertà di sar male.Quesii assetti dunque, & paf-
sitoni dettammo nosiro, mentre che stanno nella natura loro, nè più oltre
passano di quello,à che surono ordinatici danno vita quieta,& tranquil-
la:ma se altrimente sanno, tutta ce la turbano, & ci trattagliano a guisa
di Furie insernali. He quali dauano gli antichi accefe sacelle in mano,
per mosiraregli ardori,che nel petto ci ponganogli assetti, che io dissì, co-
me si vedrà meglio anchora nella imagine di Tisisone,della quale, quan-
do ella và per seminare odio, & discordia tra gli empi sratelli Etheocle,
‘Polinice,Statio mosirando la letitia, che ella sentiuaper lo andare ad Starlo.
operare cosa sirmile,sa ritratto in quesia guisa.
"Non vàpiù lieta altrove, ò più veloce,
T^è sà meglio di questa alcuna vieta |
^e la ve à l’alme peccatrici noce 9