Degli Antichi.
e troua anco tutto dì, & sallo con il me^o del fuoco, conciosia che intat-
te le arti due cose saccino dibisogno 5 L'vna è l'industria,& l'inuentione,
l'altra il porre in opera, & sar quello, che l'ingegno hà difiegnato. Quella
s'intende per CMmerua,& queSlo per Voltano 7 cioè pel suoco. Perche Volcano.
siotto il nome di Volcano è intefo il suoco, il quale ci è instrumento a sare
tutte le cose,perche il suoco fcaldi e risplende,& mancando la luce, & il
calore, nu lla si può sare . Egli è ben vero, che non puòfempre l* arte por-
re in essetto tutto quello, che l'ingegno trotta, perche quella Slà legata al
corpo, e non può da lui partire, nè fare più di quanto egli può, ma que-
llo lo lancia souente, e discorre a fuo piacere considerando l'opere della na-
tura , & quello che sa Dio, & imagina talhora di sare anch' egli cose si-
enili,di che non si vede però mai effetto alcuno, perche sono imaginationi
vane. Onde su sinto dalle savole, che non potesse mai Volcano congiun-
gere a Minerua , benché ne sacesse ogni suo ssormo, hauendogliele con-
cesso Gioue. Ma non perciò lasciarono gli antichi di mettere spesso i si-
mulacri di amendui in vn medesimo tempio. Et Platone parimente gli piatone.
mette insieme, dicendo nel suo ^Atlantico , che ambi sono egualmente
^umi di Mthene^percioche quivi non meno erano esercitate a que'tem-
pt tutte le arti, che vi siorile lo Studio delle scienge. Co me si legge an-
che di 'Nettano,e di Minerua che per ordine di Gioue hebbero ambi insie- Nettuno
me il governo di ^dthene. Ter la quale co fa ftampauano gli Mtbeniesie0 Miner"
sii le loro monete il capo di Minerua dall’vn lato,& dall'altro il Triden- ua *
te insogna di T>{ettuno,qual chiamavano etiandio ‘Rè,& a Minerua da-
vano nome di ciuile,& di vrbana, come che bifogni governar le città pa-
cisicamente , e con prudenza. Il che non meno sa di bisogno nelle priva-
te case, & perciò così sù le porte di queSle, come su quelle della Città sio-
leuano gli antichi dipingere CMinerua, dipingeuano dMarte suori Minerua
alle Etile, mofirando in cotalguifia, che fi bà datenere la guerra lontana su le porte
sempre più che si può, & perche si guardavano i Rpmani di tenere nel-
la città que'T^umi,qualipensiutano, che hauessero cura di cose noceuoli,
hebbero di suori il tempio di eBdlona~,& quel di Marte anchora . Ma
di cosiui ne su pur anche imo nella Città , oue su come pacifico adorato, e
chiamato Quirino, come già sicrissi nel Flauio,& resila ragione dell'uno,
CE dell'altro. Et di lui dirò come sosse satto, posicia che haurò detto di
Volcano, del quale così si legge appresso di Eufebio . Ticono Volcano yoicano.
essere la virtù,il potere del fuoco, e gli sanno rana Statua in sorma di
huomo con vn cappello in capo di color cileftre per segno del rivolgimen-
to de'de li,& appn ssd de' quali si trova il vero suoco, puro, e fincero-.coffa
che non si può dire di quesio, che habbiamo noi , perche non si mantie-
ne da
e troua anco tutto dì, & sallo con il me^o del fuoco, conciosia che intat-
te le arti due cose saccino dibisogno 5 L'vna è l'industria,& l'inuentione,
l'altra il porre in opera, & sar quello, che l'ingegno hà difiegnato. Quella
s'intende per CMmerua,& queSlo per Voltano 7 cioè pel suoco. Perche Volcano.
siotto il nome di Volcano è intefo il suoco, il quale ci è instrumento a sare
tutte le cose,perche il suoco fcaldi e risplende,& mancando la luce, & il
calore, nu lla si può sare . Egli è ben vero, che non puòfempre l* arte por-
re in essetto tutto quello, che l'ingegno trotta, perche quella Slà legata al
corpo, e non può da lui partire, nè fare più di quanto egli può, ma que-
llo lo lancia souente, e discorre a fuo piacere considerando l'opere della na-
tura , & quello che sa Dio, & imagina talhora di sare anch' egli cose si-
enili,di che non si vede però mai effetto alcuno, perche sono imaginationi
vane. Onde su sinto dalle savole, che non potesse mai Volcano congiun-
gere a Minerua , benché ne sacesse ogni suo ssormo, hauendogliele con-
cesso Gioue. Ma non perciò lasciarono gli antichi di mettere spesso i si-
mulacri di amendui in vn medesimo tempio. Et Platone parimente gli piatone.
mette insieme, dicendo nel suo ^Atlantico , che ambi sono egualmente
^umi di Mthene^percioche quivi non meno erano esercitate a que'tem-
pt tutte le arti, che vi siorile lo Studio delle scienge. Co me si legge an-
che di 'Nettano,e di Minerua che per ordine di Gioue hebbero ambi insie- Nettuno
me il governo di ^dthene. Ter la quale co fa ftampauano gli Mtbeniesie0 Miner"
sii le loro monete il capo di Minerua dall’vn lato,& dall'altro il Triden- ua *
te insogna di T>{ettuno,qual chiamavano etiandio ‘Rè,& a Minerua da-
vano nome di ciuile,& di vrbana, come che bifogni governar le città pa-
cisicamente , e con prudenza. Il che non meno sa di bisogno nelle priva-
te case, & perciò così sù le porte di queSle, come su quelle della Città sio-
leuano gli antichi dipingere CMinerua, dipingeuano dMarte suori Minerua
alle Etile, mofirando in cotalguifia, che fi bà datenere la guerra lontana su le porte
sempre più che si può, & perche si guardavano i Rpmani di tenere nel-
la città que'T^umi,qualipensiutano, che hauessero cura di cose noceuoli,
hebbero di suori il tempio di eBdlona~,& quel di Marte anchora . Ma
di cosiui ne su pur anche imo nella Città , oue su come pacifico adorato, e
chiamato Quirino, come già sicrissi nel Flauio,& resila ragione dell'uno,
CE dell'altro. Et di lui dirò come sosse satto, posicia che haurò detto di
Volcano, del quale così si legge appresso di Eufebio . Ticono Volcano yoicano.
essere la virtù,il potere del fuoco, e gli sanno rana Statua in sorma di
huomo con vn cappello in capo di color cileftre per segno del rivolgimen-
to de'de li,& appn ssd de' quali si trova il vero suoco, puro, e fincero-.coffa
che non si può dire di quesio, che habbiamo noi , perche non si mantie-
ne da