Degli Antichi. $3;
filo al male, tome diciamo apunto noi Chrifiiani de gli L^ngeli nostri
cujlodi ,& dei 'Demonq folle citi tentatori,fe non che quefìi non nascono
con noi,come intendevano gli antichi, che i Geni) najcessero con ciaschedit
no : & il mede simo dìssèro anco de i Lari '.sì che surono questi sra loro po-
codisserenti , ■&perciòpofero i Romani su i crocicchi delle sirade , e
per le ville il Genio di ^Lugusio co’ Lari,e gli adorarono infìeme. Benché
adorava anco ciascuno il fuo Genio da sè celebrando il suo dì satale alle- Genio
gramente., e con molto piacere, ma quel del ‘Principe era reuerito da o- d°PPio -
gn uno più di tutti gli altri 4 Onde chi hauesse giurato il salsoper lo Ge- Genj0 jei
nio del Principe sarebbe siato subito punito, per che quefio apprefìo degli Principe.
antichi era giuramento grauifimo. Et perciò Caligula Principe molto
crudele sacendo morire molti per leggerissime cause, come recita Sucto-
nioffolcua dire questo dì alcuni, che glisaceva morire,perche non haueua-
no giurato mai per lo suo Cjenio, come che perciò lo spre^gafiero, e mo-
strajsero di giudicarlo non degno di essere adorato. Era dunque il Genio
certo T>Jume,cbe insino dal loro primo nascimento accompagnava gli bua
minifempre: Età iluochi ancora erano dati alle volte questi Tsumi, co-
me dice lamblico Filofoso, mostrando,che a quelli Dei,li quali sono par- lamblìco.
titolari cussodi,e guardiani di alcun luocossi bà da saresacrisicio di quelle Genio de*
cose,che nascono quivi,perche le cose governate fono più care delle altre a
chi le governa. E Virgilio,quando sa che ad Enea,mentre che rinoua le Vllglho,‘
essequie al padre k^Enchife,appare un gran serpente.
11 cui tergo verdeggia di dorate
CMacchie dipinto, e lo fquammofodofso
splendendo rafiembra il celesse arcoy
Che tra le nubi al Sole oppofto mosira
son gran vagherà assai color diuersi s
Eascia in dubbio se quello sosse il Genio del luoco,ò che altro sosse. Da
thè viene,che alcuni hanno satto il Genio insorma di serpente,alcuni al-
tri di sanciullo,altri di gioitane,&altri di uecchio,come Cebete nella sua
tavola. Tausania ferine,che gli Elei adorarono certo Dio satto il nome di ..
Sosipoli, che viene adire Salvatore della Città, come Genio loro proprio 0 1‘
delpaese. Quesii era nel tempio di Lucina, e gli sacrisicauano ogni anno
con certe cerimonie;di che su la ragione,che effondo andati già gli rea
di addófsoagli Elei per certa guerra,eh3erasra loro,una semina^ che ba-
tteva un piccolo sanciullino in braccio, che poppava, disse al Capitani de
gli Elei : Signori, quesio è mio sigliuolo, & quando io lo partorì, che non
ha
filo al male, tome diciamo apunto noi Chrifiiani de gli L^ngeli nostri
cujlodi ,& dei 'Demonq folle citi tentatori,fe non che quefìi non nascono
con noi,come intendevano gli antichi, che i Geni) najcessero con ciaschedit
no : & il mede simo dìssèro anco de i Lari '.sì che surono questi sra loro po-
codisserenti , ■&perciòpofero i Romani su i crocicchi delle sirade , e
per le ville il Genio di ^Lugusio co’ Lari,e gli adorarono infìeme. Benché
adorava anco ciascuno il fuo Genio da sè celebrando il suo dì satale alle- Genio
gramente., e con molto piacere, ma quel del ‘Principe era reuerito da o- d°PPio -
gn uno più di tutti gli altri 4 Onde chi hauesse giurato il salsoper lo Ge- Genj0 jei
nio del Principe sarebbe siato subito punito, per che quefio apprefìo degli Principe.
antichi era giuramento grauifimo. Et perciò Caligula Principe molto
crudele sacendo morire molti per leggerissime cause, come recita Sucto-
nioffolcua dire questo dì alcuni, che glisaceva morire,perche non haueua-
no giurato mai per lo suo Cjenio, come che perciò lo spre^gafiero, e mo-
strajsero di giudicarlo non degno di essere adorato. Era dunque il Genio
certo T>Jume,cbe insino dal loro primo nascimento accompagnava gli bua
minifempre: Età iluochi ancora erano dati alle volte questi Tsumi, co-
me dice lamblico Filofoso, mostrando,che a quelli Dei,li quali sono par- lamblìco.
titolari cussodi,e guardiani di alcun luocossi bà da saresacrisicio di quelle Genio de*
cose,che nascono quivi,perche le cose governate fono più care delle altre a
chi le governa. E Virgilio,quando sa che ad Enea,mentre che rinoua le Vllglho,‘
essequie al padre k^Enchife,appare un gran serpente.
11 cui tergo verdeggia di dorate
CMacchie dipinto, e lo fquammofodofso
splendendo rafiembra il celesse arcoy
Che tra le nubi al Sole oppofto mosira
son gran vagherà assai color diuersi s
Eascia in dubbio se quello sosse il Genio del luoco,ò che altro sosse. Da
thè viene,che alcuni hanno satto il Genio insorma di serpente,alcuni al-
tri di sanciullo,altri di gioitane,&altri di uecchio,come Cebete nella sua
tavola. Tausania ferine,che gli Elei adorarono certo Dio satto il nome di ..
Sosipoli, che viene adire Salvatore della Città, come Genio loro proprio 0 1‘
delpaese. Quesii era nel tempio di Lucina, e gli sacrisicauano ogni anno
con certe cerimonie;di che su la ragione,che effondo andati già gli rea
di addófsoagli Elei per certa guerra,eh3erasra loro,una semina^ che ba-
tteva un piccolo sanciullino in braccio, che poppava, disse al Capitani de
gli Elei : Signori, quesio è mio sigliuolo, & quando io lo partorì, che non
ha