386 Imaginidei Del
Raccoglie insicine vnoi & vn’altro siore
E le vermiglie ro/e > con le quali
•poi batte il mesio,e sion/olato more ,
E tanto gli ne dà,che de’/uoi mali
Quelle donne diuennero pietofe,
Che pria gli minacciar pene mortali.
però la pregar tanto, chcdepose
La bella madre l’ira,e il graue /degno,
Che mal contra il sigliuolgià la di/po/e.
E ciafcheduna dice e siere indegno
mor di tante pene, e che per lui
*ìqon giun/e alcuna mai al tristo signo,
Di darsi morte,ma che suro i sui
Fati cagion del miserabil sine,
Che dejdnar così,disserii nui,
placata dunque Vener le me/chine
cDonne ringratia del pietoso osf t io,
Toi /doglie il siglio con le man diuine.
Quel già /curo dal crudele e sido,
Che gli su apparecchiatola sin vola •
Così sofsegli andato in precipido,
più di lui s’vdisie mai parola.
VENERE
Raccoglie insicine vnoi & vn’altro siore
E le vermiglie ro/e > con le quali
•poi batte il mesio,e sion/olato more ,
E tanto gli ne dà,che de’/uoi mali
Quelle donne diuennero pietofe,
Che pria gli minacciar pene mortali.
però la pregar tanto, chcdepose
La bella madre l’ira,e il graue /degno,
Che mal contra il sigliuolgià la di/po/e.
E ciafcheduna dice e siere indegno
mor di tante pene, e che per lui
*ìqon giun/e alcuna mai al tristo signo,
Di darsi morte,ma che suro i sui
Fati cagion del miserabil sine,
Che dejdnar così,disserii nui,
placata dunque Vener le me/chine
cDonne ringratia del pietoso osf t io,
Toi /doglie il siglio con le man diuine.
Quel già /curo dal crudele e sido,
Che gli su apparecchiatola sin vola •
Così sofsegli andato in precipido,
più di lui s’vdisie mai parola.
VENERE