CELLINL 41
molto buoni uomini (essendo sobillato da
loro nelle mie opere) quanto e'potevano mi
rubarono grossamente. Veduto questo mi
spiccai da loro, e in concetto di tristi e
ladri li tenevo. Un orafo infra gli altri ,
chiamato Gio. Battista Sogliani, piacevol-
mente mi accomodò d'nna parte della sua
bottega , la quale si era sul canto di Mer-
cato Nuovo , accanto al Banco eh' era de'
Landi. Quivi feci molte operette e guada-
gnai assai, e potevo molto bene ajutare la
casa mia . Destossi l'invidia fra quelli cat-
tivi maestri che prima io avevo avuti , i
quali si chiamavano Salvadore e Michele
Guasconti (erano nell' arte de^li orefici tre
grosse botteghe di costoro e facevano di
molte faccende) in modo che, veduto che
mi offendevano, con alcuno uomo dabbene
io mi dolsi , dicendo che ben dovevan lor
bastare le ruberie che loro mi avevano u-
sate sotto il mantello della loro falsa dimo-
strata bontà . Tornando ciò alle di loro
orecchie si vantarono di farmi pentire assai
di tai parole; ond' io non conoscendo di
che colore la paura si fosse, nulla o poco
gli stimava . Un giorno occorse ch' essendo
la bottega d'uno di questi ,
lui, parte mi riprendeva , e
appoggiato<
chiamato da
parte mi bravava ; a cui io risposi , che
s' eglino avessin fatto il dovere a me , io
avrei detto di loro quello che si dice degli
uomini buoni e dabbene ; così avendo fat-
to il contrario , dolessensi di loro e non di
molto buoni uomini (essendo sobillato da
loro nelle mie opere) quanto e'potevano mi
rubarono grossamente. Veduto questo mi
spiccai da loro, e in concetto di tristi e
ladri li tenevo. Un orafo infra gli altri ,
chiamato Gio. Battista Sogliani, piacevol-
mente mi accomodò d'nna parte della sua
bottega , la quale si era sul canto di Mer-
cato Nuovo , accanto al Banco eh' era de'
Landi. Quivi feci molte operette e guada-
gnai assai, e potevo molto bene ajutare la
casa mia . Destossi l'invidia fra quelli cat-
tivi maestri che prima io avevo avuti , i
quali si chiamavano Salvadore e Michele
Guasconti (erano nell' arte de^li orefici tre
grosse botteghe di costoro e facevano di
molte faccende) in modo che, veduto che
mi offendevano, con alcuno uomo dabbene
io mi dolsi , dicendo che ben dovevan lor
bastare le ruberie che loro mi avevano u-
sate sotto il mantello della loro falsa dimo-
strata bontà . Tornando ciò alle di loro
orecchie si vantarono di farmi pentire assai
di tai parole; ond' io non conoscendo di
che colore la paura si fosse, nulla o poco
gli stimava . Un giorno occorse ch' essendo
la bottega d'uno di questi ,
lui, parte mi riprendeva , e
appoggiato<
chiamato da
parte mi bravava ; a cui io risposi , che
s' eglino avessin fatto il dovere a me , io
avrei detto di loro quello che si dice degli
uomini buoni e dabbene ; così avendo fat-
to il contrario , dolessensi di loro e non di