CELLINI. 421
rimesse in su quella sedia , che la sera in-
manzi m'aveva in quel luogo portato, e di
quivi con molte amorevoli parole dissemi ,
che non dubitassi ; e a' sua birri comandò,
che avessino cura di me a non mi percuo-
tere quella gamba , che io avevo rotta , quan-
to agli occhi sua. Così facevano e mi por-
tarono in Castello, donde io ero uscito; e
quando noi fummo su dall' alto nel ma-
stio, dove è un coltiletto , quivi mi ferma-
rono per alquanto.
In questo mezzo il Castellano soprad-
detto si fece portare in quel luogo dov' io
era, e così ammalato e afflitto disse : ve'
che ti ripresi. Sì, diss'io ; ma ve', eh' io
mi fuggì' , com' io ti dissi; e s'io non fussi
stato venduto sotto la fede papale per un
vescovado da un Cardinal veneziano a un.
Romano da Farnese , 1' uno e 1' altro de
quali ha graffiato il viso alle sacrosante leg-
gi, tu mai non mi ripigliavi: ma doppoi-
chè ora da loro si è messa questa mala
usanza, fa ancora tu il peggio che tu puoi,
che di nulla più mi curo al mondo. Que-
sto pover' uomo cominciò molto forte a gri-
dare, dicendo: oimè , oimè ! costui non si
cura di vivere nè di morire, ed è più ar-
dito che quando egli era sano ; mettetelo
là sotto il giardino , e non parlate mai più
di lui , che costui è causa della morte mia.
Io fui portato sotto il giardino in una
stanza oscurissima, dov' era dell' acqua as-
sai, piena di tarantole e di molti vermi
rimesse in su quella sedia , che la sera in-
manzi m'aveva in quel luogo portato, e di
quivi con molte amorevoli parole dissemi ,
che non dubitassi ; e a' sua birri comandò,
che avessino cura di me a non mi percuo-
tere quella gamba , che io avevo rotta , quan-
to agli occhi sua. Così facevano e mi por-
tarono in Castello, donde io ero uscito; e
quando noi fummo su dall' alto nel ma-
stio, dove è un coltiletto , quivi mi ferma-
rono per alquanto.
In questo mezzo il Castellano soprad-
detto si fece portare in quel luogo dov' io
era, e così ammalato e afflitto disse : ve'
che ti ripresi. Sì, diss'io ; ma ve', eh' io
mi fuggì' , com' io ti dissi; e s'io non fussi
stato venduto sotto la fede papale per un
vescovado da un Cardinal veneziano a un.
Romano da Farnese , 1' uno e 1' altro de
quali ha graffiato il viso alle sacrosante leg-
gi, tu mai non mi ripigliavi: ma doppoi-
chè ora da loro si è messa questa mala
usanza, fa ancora tu il peggio che tu puoi,
che di nulla più mi curo al mondo. Que-
sto pover' uomo cominciò molto forte a gri-
dare, dicendo: oimè , oimè ! costui non si
cura di vivere nè di morire, ed è più ar-
dito che quando egli era sano ; mettetelo
là sotto il giardino , e non parlate mai più
di lui , che costui è causa della morte mia.
Io fui portato sotto il giardino in una
stanza oscurissima, dov' era dell' acqua as-
sai, piena di tarantole e di molti vermi