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84 CELLINI
1' esorto a far di ciascuno di essi esperienza,
essendoché di tal pratica occorrerà in molte
cose, da queste differenti, servirsi, clie tutto
il giorno occorrono nell' arte dell' oreficeria.
Il primo modo, il quale era tenuto da Lau-
tizio sopraddetto, in cotal guisa si consegui-
sce. Egli pigliava di una certa sorta di terra,
die comunemente si dice terra da formar

nelle staffe, la quale é in uso appresso gli
ottonai o borchiai, che gettano finimenti
da mule e cavalli. Questa si fa di una rena
di tufo: ina una qualità di queste rene,
eccellentissima, ho io veduto nel fiume della
Senna in Parigi , non indegna d' esser rac-
contata per la sua bontà. Nel mezzo del-
la Senna v'é un luogo in isola, detto la
Santa Cappella, il cui lito produce la det-
ta rena, la quale è sottilissima e ritiene
una proprietà dall'altre diversissima , per-
ciocché, adoperandola in guisa dell' altre
terre da formare nelle staffe, non occorre
rasciugarla , siccome di quelle interviene,
quando é formato; ma formato che altri
ha con questa, vi si può gettar dentro oro,
argento, ottone e altri metalli. Tornan-
do ora al nostro proposito , prima che io
racconti altro delle terre da formare, me-
glio fia dimostrare il modo di formare il
gesso per gettare il suggello. Dico adunque,
che poiché il detto gesso si sarà netto bene,
come di sopra dicemmo , avendo la terra
umida in ordine , si dee spolverezzare con
un poco di spolverezzo di carbone, sottilis-
simo, o veramente s' affumerà col lume
 
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