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Cellini, Benvenuto
Opere di Benvenuto Cellini (Band 3): Due trattati di Benevenuto Cellini ... uno dell'oreficeria l'altro della scultura — Milano: Dalla Societá Tipografica de Classici Italiani contr. del Cappuccio, 1811

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https://doi.org/10.11588/diglit.71582#0153
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OREFICERIA. 87
fare una spalletta di terra all' intorno , clie
sia alta due dita il manco. Ciò fatto si deb-
be pigliar quel gesso, che di già abbiane
detto, che si mescoli col corno e col tripolo,
e si debbe versare sopra il gesso unto; e
con un pennelletto di vaio, asciutto, destra-
mente pingasi in quella storia del primo
gesso unto, dipoi vi se ne aggiugnera su tan-
to, che sia grosso due dita o più, facendo,
che inverso il di sopra si sia fatta una forma,
pure in foggia di mandorla , grande quat-
tro dita; e questa grandezza ti debbe ser-
vire per fare la bocca da poterlo gettare
d'argento o d'altro metallo. Come si vegga
il gesso esser ben secco, il che sarà fra '1
termine di quattr' ore, spicchisi 1' un gesso
dall' altro con gran destrezza, acciocché nul-
la si rompa della storietta, che si è fatta.
E qui è da avvertire , che vie più facile è
spiccar quel primo gesso dalla cera, per-
ciocchè ha più nervo, che il secondo, che
si fa colla composizione, che dicemmo. Quan-
do adunque occorresse , che nel cavo rima-
nesse o testa o braccio o altra parte di qual-
cuna delle figurine, due modi ci sonò da
poter riparare a tal disordine. Il primo è,
che potendo l'artefice cavar que' pezzi, deb-
Le torre un poco di tripolo ben macinato,
e con un pennelletto di vaio gli verranno
facilmente rappiccati; perciocché essendo la
storia di rilievo, meglio si scorgerà dove si
ha da riparare, clie s' ella fosse di cavo. Il
secondo modo è, che si debbe nettar benis-
simo il cavo di gesso e di nuovo ugnerlo
nel modo detto, e col medesimo gesso ( cioè
 
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