94 CELLINI
del nostro Salvatore: qvare dubitasti ?
In Fiorenza poi feci tutte le monete d'Ales-
sandro de' Medici, Duca primo; e la mag-
giore di queste fu di prezzo di quattro car-
lini. Da una banda vi era la testa di detto
Duca, e dall' altra un San Cosmo e Damia-
no, Avvocati di quella Illustrissima Casa ;
né di queste pongo le lettere per essere a
ciascuno manifeste: ben dirò, che per essere
la testa di detto Duca ricciuta, da quelli
furono chiamati Ricci. Feci , oltr' a questa ,
il barile e 1 grossone, monete nelle nostre
contrade notissime. Ma per venire al nostro
intento e per mostrare il modo, che io ten-
ni e che si debbe tenere in far le stampe
delle dette monete, dico, che si dee piglia-
re due ferri, sopra i quali si stampa la mo-
neta, l'uno de' quali e cliiamato pila, e l'al-
tro torsello. La pila è in forma di un'an-
cudinetta, e sopra di essa s' intaglia quello,
che dee apparire sopra la medaglia. L'altra
parte , detto torsello , è cinque dita alto ed
è della grossezza, nella sua testa, che deb-
b'essere la moneta, tutto il rimanente ver-
so la sua fine va alquanto diminuendo con
bella grazia e forma. Fannosi questi due
ferri, cioè la pila e 1 torsello, di ferro schiet-
to, fuor che le teste di essi, sopra le quali
si debbe appiccare, per la grossezza di un
dito, di finissimo acciaio; e ciò fatto, colla
lima si darà loro la debita forma, lascian-
dolo con quella grandezza, che esser debbe
la moneta, che si ha da stampare. Prepa-
rasi poi un loto fatto con terra, vetro pesto,
fileggine di cammino , terra di bolo Arme^
del nostro Salvatore: qvare dubitasti ?
In Fiorenza poi feci tutte le monete d'Ales-
sandro de' Medici, Duca primo; e la mag-
giore di queste fu di prezzo di quattro car-
lini. Da una banda vi era la testa di detto
Duca, e dall' altra un San Cosmo e Damia-
no, Avvocati di quella Illustrissima Casa ;
né di queste pongo le lettere per essere a
ciascuno manifeste: ben dirò, che per essere
la testa di detto Duca ricciuta, da quelli
furono chiamati Ricci. Feci , oltr' a questa ,
il barile e 1 grossone, monete nelle nostre
contrade notissime. Ma per venire al nostro
intento e per mostrare il modo, che io ten-
ni e che si debbe tenere in far le stampe
delle dette monete, dico, che si dee piglia-
re due ferri, sopra i quali si stampa la mo-
neta, l'uno de' quali e cliiamato pila, e l'al-
tro torsello. La pila è in forma di un'an-
cudinetta, e sopra di essa s' intaglia quello,
che dee apparire sopra la medaglia. L'altra
parte , detto torsello , è cinque dita alto ed
è della grossezza, nella sua testa, che deb-
b'essere la moneta, tutto il rimanente ver-
so la sua fine va alquanto diminuendo con
bella grazia e forma. Fannosi questi due
ferri, cioè la pila e 1 torsello, di ferro schiet-
to, fuor che le teste di essi, sopra le quali
si debbe appiccare, per la grossezza di un
dito, di finissimo acciaio; e ciò fatto, colla
lima si darà loro la debita forma, lascian-
dolo con quella grandezza, che esser debbe
la moneta, che si ha da stampare. Prepa-
rasi poi un loto fatto con terra, vetro pesto,
fileggine di cammino , terra di bolo Arme^