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OREFICERIA. III
ture di vite sempre verrà stampata la me-
daglia , dovechè a cento colpi di conio ap-
pena se ne sarà fatta una. Laonde per o-
gnuna, che se ne stampi a conio, se ne
sarà stampate venti a vite: e di questo sia
detto abbastanza. Ora tratteremo di lavorare
di grosserie d' oro e d' argento.
CAPITOLO XI.
Dell" arte di lavorare di grosseria d' oro e
di argento , figure e vasi ; e del modo
di fondere a vento , a mortaio e a taz-
za; e del far le staffe da gettar le pia-
stre de' detti metalli.
INoi siamo pervenuti all' ultima arte
dell' oreficeria , che è quella del lavorar di
grosserie d' oro e di argento, la qual arte
fu da me imparata in Roma, ma alquanto
diversamente da quello , clre io poi la ved-
di lavorare in Parigi, dove in grandissima
copia si lavora di detto esercizio. Imperò sa-
ranno da me tutti due spiegati; ma , come
cosa necessaria , parleremo prima del modo
di fondere 1' argento , per tutte 1' occasioni,
clie in dett' arte occorrono. Dico adunque ,
che volendo , che 1' argento non si riarda e
che meglio si liquefaccia , per far questo vi
sono tre modi. Il primo è fonderlo per vir-
tù del vento , che fa il mantice ; percioc-
ché si compone intorno alla bocca del man-
 
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