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OREFICERIA. 47
la qual sorta di smalto fu ritrovata da un
orefice, che si dilettava dell' archimia , il
quale tentando di far oro, e nella fusione
de' suoi metalli restandogli nel coreggiuolo
una loppa di vetro rossa, vaghissima veden-
dola, fu accompagnata da esso, per mezzo
dell' esperienza, con gli altri smalti. Questo
smalto u gran ragione è tenuto da tutti gli
orefici per lo più bello, e si domanda
smalto roggio. Ecci un' altra sorta di smal-
to rosso, il quale non è trasparente nè
di bel colore, che si adopera in sull' argen-
to ; il che non interviene dello smalto rog-
gio ( come dicemmo di sopra ) che per
molte esperienze fatte non lo riceve. Ma il
roggio pare, che avendo avuto compagnia
con altri preziosi metalli, mentre si cercava
di ritrovar l'oro , non sia dall' oro sdegnato,
e con esso volontieri s' accordi. Fannosi gli
smalti di tutti i colori , come di sotto dire-
mo. Ma tornando allo smaltare , diciamo ,
che lo smaltare non è altro, che un dipin-
gere ; e perciò bisogna aver preparato i suoi
smalti, e quegli pesti benissimo : la qual
cosa è di non poca importanza ; onde elico-
no comunemente gli orefici : smalto sottile,
e niello grosso. Pestasi dunque lo smalto in
una bacinella di forma tonda, e di gran-
dezza d'un palmo, e questa vuol essere fab-
bricata di acciaio benissimo temperato; e
qui dentro posto lo smalto con acqua net-
tissima, si macina con un martello, pure di
acciaio , di ragionevole grandezza , fatto ap-
posta. Alcuni vi sono , che Iranno avuto in
costume di pestargli in sulle pietre di por-
 
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