CAPITOLO XII.
cotai lavori che faceva il detto Caradosso. E quando la
detta tua medaglia sarà condotta a quella altezza del ri-
lievo che tu vuoi che 1' abbia, allora si cominci a strin-
gere 1' oro con grandissima destrezza in fra le gambe, e
in fra le braccia, così drieto le teste delle figure come
degli animali: e congiunte che le sono bene insieme, e
che l' oro tocca 1' uno 1' altro , con gran diligenzia e' si
taglia. E di poi tagliato, quei campi che restano sotto le
gambe e le braccia e le teste, pulitamente si soprappon-
gono: così si fa alle braccia, alle gambe, et alle teste se-
parate dal campo. Da poi avendo fatta la tua opera di
buon oro, qual vuole essere di ventidue carati e mezzo
il manco, nè anche non vorrebbe arrivare troppo vicino
a' ventitré carati: perchè essendo di ventitré la sarebbe
un poco dolce da lavorare; e se la fussi manco di venti-
dea e mezzo, ella sarebbe alquanto dura, et un poco peri-
colosa al saldare. Ora essendo condotta 1' opera al sopra-
detto termine, ella si debbe cominciare a saldare: la qual
cosa e primi modi di saldare si domandono saldare a ca-
lore. E questo si è eh' e' si piglia un poco di verderame
del più bello che si possa avere dal suo vergine pane, nè
vuole essere stato adoperato ad altro; e di questo verde-
rame per cotai opere basta pigliarne quant' è una noce
nostrale senza il mallo, et in su questa parte si mescoli
la sesta parte di sale armoniaco, et altrettanta borrace; e
macinato bene insieme le dette cose, si liquefanno in uno
scodellino invetriato con un poco di acqua pura. Di poi si
dee pigliare un fuscellino sottile, e con esso si piglia di
quel verderame, il quale dee essere come un colore da
dipingere, e con il detto fuscellino si dee distendere un
poco grossetto in su quelle giunture che si son fatte in-
fra le braccia, le gambe, la testa, et il campo del tuo la-
voro. Di poi messovi il verderame detto, si debbe get-
tarvi sopra un pochetto di borrace ben macinata dal tuo
cotai lavori che faceva il detto Caradosso. E quando la
detta tua medaglia sarà condotta a quella altezza del ri-
lievo che tu vuoi che 1' abbia, allora si cominci a strin-
gere 1' oro con grandissima destrezza in fra le gambe, e
in fra le braccia, così drieto le teste delle figure come
degli animali: e congiunte che le sono bene insieme, e
che l' oro tocca 1' uno 1' altro , con gran diligenzia e' si
taglia. E di poi tagliato, quei campi che restano sotto le
gambe e le braccia e le teste, pulitamente si soprappon-
gono: così si fa alle braccia, alle gambe, et alle teste se-
parate dal campo. Da poi avendo fatta la tua opera di
buon oro, qual vuole essere di ventidue carati e mezzo
il manco, nè anche non vorrebbe arrivare troppo vicino
a' ventitré carati: perchè essendo di ventitré la sarebbe
un poco dolce da lavorare; e se la fussi manco di venti-
dea e mezzo, ella sarebbe alquanto dura, et un poco peri-
colosa al saldare. Ora essendo condotta 1' opera al sopra-
detto termine, ella si debbe cominciare a saldare: la qual
cosa e primi modi di saldare si domandono saldare a ca-
lore. E questo si è eh' e' si piglia un poco di verderame
del più bello che si possa avere dal suo vergine pane, nè
vuole essere stato adoperato ad altro; e di questo verde-
rame per cotai opere basta pigliarne quant' è una noce
nostrale senza il mallo, et in su questa parte si mescoli
la sesta parte di sale armoniaco, et altrettanta borrace; e
macinato bene insieme le dette cose, si liquefanno in uno
scodellino invetriato con un poco di acqua pura. Di poi si
dee pigliare un fuscellino sottile, e con esso si piglia di
quel verderame, il quale dee essere come un colore da
dipingere, e con il detto fuscellino si dee distendere un
poco grossetto in su quelle giunture che si son fatte in-
fra le braccia, le gambe, la testa, et il campo del tuo la-
voro. Di poi messovi il verderame detto, si debbe get-
tarvi sopra un pochetto di borrace ben macinata dal tuo