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Cellini, Benvenuto; Milanesi, Carlo; Milanesi, Carlo [Editor]
I trattati dell'oreficeria e della scultura: novamente messi alle stampe secondo la originale dettatura del Codice Marciano — Firenze: Felice le Monnier, 1857

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.71583#0192
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DELL' OREFICERIA.

medaglia, e la vite femmina di bronzo, la qual vite si
getta in su il mastio di ferro: questo detto mastio si è
quello che veramente si domanda vite, e la femmina si
domanda chiocciola. Vuole essere il detto mastio grosso
tre dita, et i pani della vite vogliono essere fatti quadri,
perchè hanno più forza che nell' altro modo che si usa.
Avvertisci che la staffa si deve far bucata di sopra. E di
poi che tu arai messo i tua tasselli, et infra essi quel me-
tallo che tu vuoi stampare, gli è di necessità che per la
grandezza della chiocciola di bronzo, la quale ha da es-
sere fatta in modo che la non balli nella staffa; e perchè
i tasselli devono essere alquanto minori per la detta ca-
gione, avvertisci a calzarli con biette di ferro, ferman-
doli bene acciò che non si muovino punto. Di poi arai
fatto un pezzo di trave di dua braccia o più, et a quella
si attacca nella testa di sotto un pezzo di corrente assai
ben grosso, di lunghezza di dua braccia, e bisogna che
sia commesso in nella testa di sotto nella detta trave; di
poi nella testa di sopra commetterai la tua staffa con una
intaccatura che la vi entri a punto: e perchè alla staffa
bisogna fare certe aliette di ferro gagliarde, le quale
fanno forza, e sostengono la testa del detto trave dove
è commessa la tua vite, quelle aliette la sostengono che
la non si spacca. Di poi la testa di sopra della vite vuole
essere stiacciata, et in quella parte stiacciata vi si com-
mette un grosso anellohe di ferro, il quale deve avere
dua code, le quali hanno a essere bucate e confitte a
una lunga stanga, cioè a un lungo corrente, il qual sia
almanco sei braccia, e con quattro uomini con bella de-
strezza tenendo diritto e tua ferri da stampare, et il so-
pra detto metallo che tu stampi. E con questa forza so-
pradetta io stampai più di cento medaglie, di quelle
ch' io feci a papa Clemente, di purissimo ottone, senza
averle gittate, sì come io ti dissi di sopra ch' era di neces-
 
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