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DELL' OREFICERIA.
posa. Avvertisci che dove cominciano le gambe, e' si fa
una graticola, la qual sia tanto larga che e' vi passi un
dito e mezzo, e non più: questa graticola serve per il
fondo del fornello, e al detto fornello si fa una crosta di
terra mescolata con cimatura, e vuole essere terra di
quella che si adopera alle fornace de' bicchieri. E fatto
tutte queste diligenzie, e' si piglia un mattone di terra
cotta, e posasi nel fondo del detto fornello; di poi e' si
mette in su il detto mattone un poco di cenere, et in su
quella detta cenere sopra il mattone da poi si mette il
tuo coreggiuolo, dentrovi quello argento che sia a ba-
stanza a empiere il detto coreggiuolo, faccendogli tutte
le diligenzie che si sono dette all' altro fornello. Di poi si
empie di carbonetti con un poco di fuoco, lasciandosi far
rosso da per sè, perchè da per sè stesso e'piglia un vento
terribilissimo, e in questo modo si fonde meglio che non
si fa con altro vento di mantaco. Ancora ti si fa inten-
dere, che si usa fare dei coreggiuoli di ferro stietto, per
causa che quei di terra si rompono molto spesso; ma a
questi di ferro bisogna fare un loto, il quale si domanda
una cenerata, e si fa di cenere pura. Da poi si mette in
detto coreggiuolo dentro e fuori grossa un mezzo dito, e
di poi si rasciuga bene innanzi che vi si metta lo argento;
et alcuni usano far questo loto di terra con cimatura, e
1' uno e 1' altro serve benissimo: facendo da poi il resto
delle diligenzie al gittare, che si sono insegnate di sopra.
XXI.
UN ALTRO FORNELLO ANCORA, IL QUALE IO FECI IN
CASTELLO SANT' ANGIOLO PER IL SACCO DI ROMA.
Questa sorte di fornelli sono buoni in superlativo
grado: e la necessità me lo insegnò fare, perch' io non
DELL' OREFICERIA.
posa. Avvertisci che dove cominciano le gambe, e' si fa
una graticola, la qual sia tanto larga che e' vi passi un
dito e mezzo, e non più: questa graticola serve per il
fondo del fornello, e al detto fornello si fa una crosta di
terra mescolata con cimatura, e vuole essere terra di
quella che si adopera alle fornace de' bicchieri. E fatto
tutte queste diligenzie, e' si piglia un mattone di terra
cotta, e posasi nel fondo del detto fornello; di poi e' si
mette in su il detto mattone un poco di cenere, et in su
quella detta cenere sopra il mattone da poi si mette il
tuo coreggiuolo, dentrovi quello argento che sia a ba-
stanza a empiere il detto coreggiuolo, faccendogli tutte
le diligenzie che si sono dette all' altro fornello. Di poi si
empie di carbonetti con un poco di fuoco, lasciandosi far
rosso da per sè, perchè da per sè stesso e'piglia un vento
terribilissimo, e in questo modo si fonde meglio che non
si fa con altro vento di mantaco. Ancora ti si fa inten-
dere, che si usa fare dei coreggiuoli di ferro stietto, per
causa che quei di terra si rompono molto spesso; ma a
questi di ferro bisogna fare un loto, il quale si domanda
una cenerata, e si fa di cenere pura. Da poi si mette in
detto coreggiuolo dentro e fuori grossa un mezzo dito, e
di poi si rasciuga bene innanzi che vi si metta lo argento;
et alcuni usano far questo loto di terra con cimatura, e
1' uno e 1' altro serve benissimo: facendo da poi il resto
delle diligenzie al gittare, che si sono insegnate di sopra.
XXI.
UN ALTRO FORNELLO ANCORA, IL QUALE IO FECI IN
CASTELLO SANT' ANGIOLO PER IL SACCO DI ROMA.
Questa sorte di fornelli sono buoni in superlativo
grado: e la necessità me lo insegnò fare, perch' io non