150 DELL'OREFICERIA.
la metà di una di queste parti di cuccuma, e tutte e quat-
tro le dette cose si mescolano insieme. Da poi farai di
avere il tuo dorato netto benissimo e grattapugiato, come
si è detto di sopra; di poi si piglia dell' orina, vorreb-
b' essere di fanciullo, o di giovane; di poi così tiepida,
con le setoline di porco in una catinella netta pulita-
mente, si spanna con quelle setoline, chè questa orina
insieme con le setoline hanno virtù di levare ogni ontuo-
sità, o sucidume che avessi preso il tuo dorato. E fatto
questo, farai di avere un calderone di rame, o sì vera-
mente una pignatta di terra, et in uno delle due dette
metti la composizione del tuo colore, avendo prima pieno
di acqua uno dei detti vasi. E quando 1' acqua bolle, si
mette la detta composizione; di poi fa' di avere 1' opera
tua legata con uno spaghetto sufficiente a tenerla, avendo
con una scopetta, o frasconcino, prima bene diguazzato
e mescolato il detto colore. Di poi si mette dentro l'opera,
e tiensi del dire manco di una ave maria, e poi si cava
tuffandola in un vaso di acqua fresca chiara; e guardan-
dola, non avendo preso tanto colore che sia a bastanza,
si rimetta nel detto vaso bollente quelle due o tre volte
tanto che basti, avendo avvertenzia di non lasciare troppo
soprastare, perchè diventerebbe nera, e guasterebbesi il
dorato. Questo dorato si è il più debole che si faccia; et
il detto colore non serve più che una volta.
XXVIII.
RICETTA PER FARE UN' ALTRA SORTE DI COLORE.
Secondo modo.
Piglia matita rossa, verderame e salnitro e vetrivuolo
e sale armoniaco; ma vuole essere sempre la metà più ma-
tita che 1' altre sopradette cose; pigliando a peso ogni cosa.
la metà di una di queste parti di cuccuma, e tutte e quat-
tro le dette cose si mescolano insieme. Da poi farai di
avere il tuo dorato netto benissimo e grattapugiato, come
si è detto di sopra; di poi si piglia dell' orina, vorreb-
b' essere di fanciullo, o di giovane; di poi così tiepida,
con le setoline di porco in una catinella netta pulita-
mente, si spanna con quelle setoline, chè questa orina
insieme con le setoline hanno virtù di levare ogni ontuo-
sità, o sucidume che avessi preso il tuo dorato. E fatto
questo, farai di avere un calderone di rame, o sì vera-
mente una pignatta di terra, et in uno delle due dette
metti la composizione del tuo colore, avendo prima pieno
di acqua uno dei detti vasi. E quando 1' acqua bolle, si
mette la detta composizione; di poi fa' di avere 1' opera
tua legata con uno spaghetto sufficiente a tenerla, avendo
con una scopetta, o frasconcino, prima bene diguazzato
e mescolato il detto colore. Di poi si mette dentro l'opera,
e tiensi del dire manco di una ave maria, e poi si cava
tuffandola in un vaso di acqua fresca chiara; e guardan-
dola, non avendo preso tanto colore che sia a bastanza,
si rimetta nel detto vaso bollente quelle due o tre volte
tanto che basti, avendo avvertenzia di non lasciare troppo
soprastare, perchè diventerebbe nera, e guasterebbesi il
dorato. Questo dorato si è il più debole che si faccia; et
il detto colore non serve più che una volta.
XXVIII.
RICETTA PER FARE UN' ALTRA SORTE DI COLORE.
Secondo modo.
Piglia matita rossa, verderame e salnitro e vetrivuolo
e sale armoniaco; ma vuole essere sempre la metà più ma-
tita che 1' altre sopradette cose; pigliando a peso ogni cosa.