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DELL ' OREFICERIA.
XXXIII.
VOLENDO LASCIARE BIANCO LO ARGENTO IN ALCUNI LUOGHI.
Da poi che tu arai rischiarato dove tu non vuoi che
si appicchi 1' oro, si piglia un fiore di farina, il quale si
ricoglie a' mulini su per le mura e cornice, e questo in
Firenze si domanda fuscello. Questo si stempera con acqua
a guisa di un savore, da poi con un pennellino di vaio si
distende grossetto in tutti quei luoghi dove tu non vuoi
che si appicchi 1' oro; e fatto questo, si rasciuga bene a
lente fuoco, e poi si può dorare sicuramente. Un altro
modo ancora si usa dove non è il costume di adoperare
questo fiore di farina. Si piglia del gesso in pane che ado-
perano i calzolari, e questo si pesta bene, di poi se ne fa
come un savore con colla cervona, o sì veramente colla
di pesce, che sarebbe migliore ; ma avvertisci che del-
I' una e dell' altra colla vuole essere mescolata con assai
acqua, acciò che la colla non sia tanto gagliarda. E perchè
non voglio lasciar nulla in dietro, ho visto usare ed ho
usato fare col sopradetto gesso, quando voglio dorare e
lasciar bianco Io argento, e da poi quando ho voluto co-
lorire ne' modi sopra detti, ho adoperato il fuscello sopra
detto. E questo è quanto si intende e si può dar notizia
di cotai cose. Con tutto che la principale virtù di tali arti
consiste in nel bene sapere lavorare, e questo modo sopra
detto di dorare si debbe lasciar fare a certi che non atten-
dono ad altro, perchè è cosa perniziosissima, come di so-
pra si è detto; et è assai il saperla fare, e basta.
DELL ' OREFICERIA.
XXXIII.
VOLENDO LASCIARE BIANCO LO ARGENTO IN ALCUNI LUOGHI.
Da poi che tu arai rischiarato dove tu non vuoi che
si appicchi 1' oro, si piglia un fiore di farina, il quale si
ricoglie a' mulini su per le mura e cornice, e questo in
Firenze si domanda fuscello. Questo si stempera con acqua
a guisa di un savore, da poi con un pennellino di vaio si
distende grossetto in tutti quei luoghi dove tu non vuoi
che si appicchi 1' oro; e fatto questo, si rasciuga bene a
lente fuoco, e poi si può dorare sicuramente. Un altro
modo ancora si usa dove non è il costume di adoperare
questo fiore di farina. Si piglia del gesso in pane che ado-
perano i calzolari, e questo si pesta bene, di poi se ne fa
come un savore con colla cervona, o sì veramente colla
di pesce, che sarebbe migliore ; ma avvertisci che del-
I' una e dell' altra colla vuole essere mescolata con assai
acqua, acciò che la colla non sia tanto gagliarda. E perchè
non voglio lasciar nulla in dietro, ho visto usare ed ho
usato fare col sopradetto gesso, quando voglio dorare e
lasciar bianco Io argento, e da poi quando ho voluto co-
lorire ne' modi sopra detti, ho adoperato il fuscello sopra
detto. E questo è quanto si intende e si può dar notizia
di cotai cose. Con tutto che la principale virtù di tali arti
consiste in nel bene sapere lavorare, e questo modo sopra
detto di dorare si debbe lasciar fare a certi che non atten-
dono ad altro, perchè è cosa perniziosissima, come di so-
pra si è detto; et è assai il saperla fare, e basta.