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POESIE.
LI. *
AL DUCA COSIMO.
Signore eccellentissimo e divino,
I' v' ho servito, ornai passan sette anni,
Con tutto il mio potere: in tanti affanni
Qual carcerato, o infermo peregrino,
Son giunto a quanto lo dissi in sul confino;
Tal che veder si può su i belli scanni
Vaghe statue, nude, altre co' panni;
Et io sbattuto son, senza un quattrino.
Quelle in sembiante liete, altiere e dolce;
Io mesto, spennacchiato, umile e rotto;
Chè mie stella mi dona a voi in disgrazia.
Qual ci portan aita, altre poi tolce
Ogni studio; nè vale esserci dotto:
Basta che di voi ridon e noi destrazia.
Dal Cod. Rice. n° 2728, a c. L
LIL*
AL DUCA COSIMO.
Da poi che Dio infra' mortai v' ha scorto,
Degno di tante grazie a voi donate,
Se sapessi d' ognun la veritate,
Non sarebbe a nessun mai fatto torto.
In Dio e 'n Vostra Altezza mi conforto,
Benché il mio viver sia breve giornate;
Cercate del mio vero, e non vogliate
Che a Dio mi doglia poi ch' i' sarò morto.
Contr' ogni mia credenza, Dio m' ha messo
Nella dolce mia patria, dove io nacque:1
Sol fu cagion quel che mi fu promesso.
Che quando a Vostra Altezza tanto piacque,
Non mi dorria del grand' error commesso,
A tormi T marmo per quel Dio dell' acque.2
Dal Cod. Ricc. n° 2728, a c. 7 t.
4 Idiotismo, per nacqui.
2 Allude al colosso del Nettuno per la fonte di Piazza, che fu dato a fare
all' Ammannato.
POESIE.
LI. *
AL DUCA COSIMO.
Signore eccellentissimo e divino,
I' v' ho servito, ornai passan sette anni,
Con tutto il mio potere: in tanti affanni
Qual carcerato, o infermo peregrino,
Son giunto a quanto lo dissi in sul confino;
Tal che veder si può su i belli scanni
Vaghe statue, nude, altre co' panni;
Et io sbattuto son, senza un quattrino.
Quelle in sembiante liete, altiere e dolce;
Io mesto, spennacchiato, umile e rotto;
Chè mie stella mi dona a voi in disgrazia.
Qual ci portan aita, altre poi tolce
Ogni studio; nè vale esserci dotto:
Basta che di voi ridon e noi destrazia.
Dal Cod. Rice. n° 2728, a c. L
LIL*
AL DUCA COSIMO.
Da poi che Dio infra' mortai v' ha scorto,
Degno di tante grazie a voi donate,
Se sapessi d' ognun la veritate,
Non sarebbe a nessun mai fatto torto.
In Dio e 'n Vostra Altezza mi conforto,
Benché il mio viver sia breve giornate;
Cercate del mio vero, e non vogliate
Che a Dio mi doglia poi ch' i' sarò morto.
Contr' ogni mia credenza, Dio m' ha messo
Nella dolce mia patria, dove io nacque:1
Sol fu cagion quel che mi fu promesso.
Che quando a Vostra Altezza tanto piacque,
Non mi dorria del grand' error commesso,
A tormi T marmo per quel Dio dell' acque.2
Dal Cod. Ricc. n° 2728, a c. 7 t.
4 Idiotismo, per nacqui.
2 Allude al colosso del Nettuno per la fonte di Piazza, che fu dato a fare
all' Ammannato.