Vite db* Pittori Bolognesi g
nerosa risoluzione di lui di non partire , e finalmente il gradimento dei
Pontefice Ch mente XII. per una sì generosa risoluzione , e 1’aver ot-
tenuto dalla benignità del Senato un aumento straordinario .
Anche sopra la nota virtù del dottd|Francesco Zannotti si Fece
capitale per una pubblica cattedra di filosofia nello stesso Studio di Padova
Q come Umilmente nelle suddette lettere ci viene manifestato^) ma non
ebbe coraggio di dare al proprio cuore, ai suoi amici, ed ai suoi citta-
dini il rammarico dell’abbandono del patrio suolo , quantunque sperar
non potesie nè al merito suo, nè al suo sagrificio ricompensa conde-
gna nella sua patria ; ond’ è , che all’ esempio di un zio così ragguar-
devole 9 niente mancò al valente suo nipote dottor Eustachio Zan-
notti, per far lo ftesso nel 1738. quando fu invitato pure a Padova per
la cattedra , di nuovo ivi instituita , sopra la fisica sperimentale , e nori
ricusasse anch’ egli un onore così distinto , e di uno flipendio luminoso :
al par di tutti gli altri, contentandoli solo d’essersi meritata l’altrui
estimazione ,e la prescelta fra tanti profeiTori, e di aver potuto coope-
rare col suo nome alla gloria e dello Studio , e della patria, senza to-
glierle ciò , che in esii ella aveva di meglio coll’ abbandonarla ; ma
ritorniamo al conte Carlo .
—• Era quelli intendentissìmo di astronomia , di matematica , di archi-
tettura : disegnò ancor di figure , ed attese di proposito alla nobilissima
professìone della pittura, che da primo apprese dal Campana ( e lo ab-
biamo per bocca sua ) quindi dal valentissimo professore Giacomo Cave-
done : nè 1’ apprese già , come far logliono per lo più le nobili persone,
cioè così superficialmente , e per dipoi o, ma di proposito la fiudiò,
ed in quella maniera appunto, che far so diono coloro, i quali sono co-
stretti a riconoscere ogni felicità dall’ ac^uisto dell’ arte , ed ebbe per la
pittura sì fatta pasiìone , che oltre il disegnare metodicamente, dipinse
ancora a fresco, e ad olio, particolarmente prospettive , e paesi.
Così in un suo casino, da elso fabbricatoli nella via detta di Mi-
ratole , tutte dipinse le prospettive, ed i soffitti di due stanze : così nella
casa del Bonetti, suo amico intrinseco , dipinse altre prospettive , ed una
soifitta . Molte vedute di paesi , e prospettive si vedevano da lui dipinte
nell’ ordinaria sua abitazione , e molte n’ebbero da lui in dono e il
prior Galli in Roma, e diversi altri suoi amici. Frequentava parò di
continuo le scuole de’ più rinomati maestri di quel tempo ( tempo vera-
mente felice per la pittura , giacché in buon numero abbondavano i va-
lenti profe {sori nella nostra Bologna ) da tutti ben veduto, accolto, e
trattato, perchè di tutti vero amico, saggio confidente, generoso pro-
tettore , sino a cooperare e co’ suoi buoni officj, e con l’autorevole tua
mediazione, e quello, che più importa, con lo flelso suo danaro, per-
chè fi facesse 9 ora in questa 9 ed ora in quella (cuoia , 1’ accade-
mia
nerosa risoluzione di lui di non partire , e finalmente il gradimento dei
Pontefice Ch mente XII. per una sì generosa risoluzione , e 1’aver ot-
tenuto dalla benignità del Senato un aumento straordinario .
Anche sopra la nota virtù del dottd|Francesco Zannotti si Fece
capitale per una pubblica cattedra di filosofia nello stesso Studio di Padova
Q come Umilmente nelle suddette lettere ci viene manifestato^) ma non
ebbe coraggio di dare al proprio cuore, ai suoi amici, ed ai suoi citta-
dini il rammarico dell’abbandono del patrio suolo , quantunque sperar
non potesie nè al merito suo, nè al suo sagrificio ricompensa conde-
gna nella sua patria ; ond’ è , che all’ esempio di un zio così ragguar-
devole 9 niente mancò al valente suo nipote dottor Eustachio Zan-
notti, per far lo ftesso nel 1738. quando fu invitato pure a Padova per
la cattedra , di nuovo ivi instituita , sopra la fisica sperimentale , e nori
ricusasse anch’ egli un onore così distinto , e di uno flipendio luminoso :
al par di tutti gli altri, contentandoli solo d’essersi meritata l’altrui
estimazione ,e la prescelta fra tanti profeiTori, e di aver potuto coope-
rare col suo nome alla gloria e dello Studio , e della patria, senza to-
glierle ciò , che in esii ella aveva di meglio coll’ abbandonarla ; ma
ritorniamo al conte Carlo .
—• Era quelli intendentissìmo di astronomia , di matematica , di archi-
tettura : disegnò ancor di figure , ed attese di proposito alla nobilissima
professìone della pittura, che da primo apprese dal Campana ( e lo ab-
biamo per bocca sua ) quindi dal valentissimo professore Giacomo Cave-
done : nè 1’ apprese già , come far logliono per lo più le nobili persone,
cioè così superficialmente , e per dipoi o, ma di proposito la fiudiò,
ed in quella maniera appunto, che far so diono coloro, i quali sono co-
stretti a riconoscere ogni felicità dall’ ac^uisto dell’ arte , ed ebbe per la
pittura sì fatta pasiìone , che oltre il disegnare metodicamente, dipinse
ancora a fresco, e ad olio, particolarmente prospettive , e paesi.
Così in un suo casino, da elso fabbricatoli nella via detta di Mi-
ratole , tutte dipinse le prospettive, ed i soffitti di due stanze : così nella
casa del Bonetti, suo amico intrinseco , dipinse altre prospettive , ed una
soifitta . Molte vedute di paesi , e prospettive si vedevano da lui dipinte
nell’ ordinaria sua abitazione , e molte n’ebbero da lui in dono e il
prior Galli in Roma, e diversi altri suoi amici. Frequentava parò di
continuo le scuole de’ più rinomati maestri di quel tempo ( tempo vera-
mente felice per la pittura , giacché in buon numero abbondavano i va-
lenti profe {sori nella nostra Bologna ) da tutti ben veduto, accolto, e
trattato, perchè di tutti vero amico, saggio confidente, generoso pro-
tettore , sino a cooperare e co’ suoi buoni officj, e con l’autorevole tua
mediazione, e quello, che più importa, con lo flelso suo danaro, per-
chè fi facesse 9 ora in questa 9 ed ora in quella (cuoia , 1’ accade-
mia