libro terzo
ciò punì 1* assassino. Dominando con rapido e
securo sguardo le critiche circostanze dell'impero
e la sua propria posizione, si associa Massimiano,
soldato di fortuna al pari di lui, di valore pro-
vato ed uomo che, senza dargli ombra, può raffor-
zare la sua autorità nei cambiamenti che medi-
la. Per appianar la strada alla riuscita di questi,
comincia dallo sminuire le autorità dei prefetti del
pretorio : indi, scemando il numero delle coorti
che stanziavano nella capitale, divide le ammini-
strazioni delle provincie, sopprime glJ ispettori alla
distribuzione del grano , ragguardevoli per la loro
perigliosa influenza sulle truppe; e disgiunge final-
mente del tutto lo stato civile dallo stato mi-
litare.
Cambiate per tal maniera le forme del go-
verno, Diocleziano — ( anni 286 dopo G. C.) —
seppe imprimere ad esso nuovo vigore. Se di buon
grado divise il potere e fino lo stesso titolo d' im->
peratore con Massimiano, suo compatriota e suo
amico, si riservò almeno sempre la preeminenza
nel consiglio di stato. La concordia di questi due
imperatori impose termine a quella lunga anar-
chia, che da più di un mezzo secolo andava sca-
fando l'abisso, in cui il vasto patrimonio dei Ce-
sari doveva finalmente restare ingoiato.
Appena Diocleziano vide i Romani assogget-
tarsi senza ostacolo alle sue leggi, cercò di far
loro dimenticare l'umil condizione in cui aveva
ciò punì 1* assassino. Dominando con rapido e
securo sguardo le critiche circostanze dell'impero
e la sua propria posizione, si associa Massimiano,
soldato di fortuna al pari di lui, di valore pro-
vato ed uomo che, senza dargli ombra, può raffor-
zare la sua autorità nei cambiamenti che medi-
la. Per appianar la strada alla riuscita di questi,
comincia dallo sminuire le autorità dei prefetti del
pretorio : indi, scemando il numero delle coorti
che stanziavano nella capitale, divide le ammini-
strazioni delle provincie, sopprime glJ ispettori alla
distribuzione del grano , ragguardevoli per la loro
perigliosa influenza sulle truppe; e disgiunge final-
mente del tutto lo stato civile dallo stato mi-
litare.
Cambiate per tal maniera le forme del go-
verno, Diocleziano — ( anni 286 dopo G. C.) —
seppe imprimere ad esso nuovo vigore. Se di buon
grado divise il potere e fino lo stesso titolo d' im->
peratore con Massimiano, suo compatriota e suo
amico, si riservò almeno sempre la preeminenza
nel consiglio di stato. La concordia di questi due
imperatori impose termine a quella lunga anar-
chia, che da più di un mezzo secolo andava sca-
fando l'abisso, in cui il vasto patrimonio dei Ce-
sari doveva finalmente restare ingoiato.
Appena Diocleziano vide i Romani assogget-
tarsi senza ostacolo alle sue leggi, cercò di far
loro dimenticare l'umil condizione in cui aveva