Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Dionigi, Marianna
Viaggi in alcune città del Lazio: che diconsi fondate dal re Saturno — Roma, 1809

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.61280#0007
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext

Amico pregiatissimo .
i sono grati i vostri caratteri , ed ancor piu l'amicizia
die vi consiglia a richiedermi notizie del mio viaggio , e ?
de" miei consueti studj . ?
Mi diressi da Roma alla volta del Lazio quando sor- ?
geva il sole dal Tuscolo di fronte al mio cammino, e spari- |
dea i suoi raggi sulla vasta campagna . Lunghe strisce di £
aquidotti arcuati si distendono nella pianura sparsa di rui- 5
ne di templi , di tombe , di edifizj . Vi pascono dintor-
no gregge , ed armenti numerosi ; il belato , ed il muggito
rompono queir antico silenzio, e rare volte vi s'ode il suo-
no di voce umana. Sonoi confini della vista il mare a de-
stra, di fronte Alba , ed il Tuscolo ; poscia piegando a
manca, il colle Tiburtino delizia di Adriano , e quindi il
Soratte sacro ad Apollo ; ciascuno de' quali oggetti desta
nell" animo erudite commozioni. E come una romana qua-
lunque siasi contemplandola pendice Albana che si disten-
de nel mare , può non ricordarsi , che dietro vi è il Lazio,
e non cadérle in mente il regno pacifico de' Laurenti poi
bellicoso per l'arrivo di Enea ? il regno di Alba, ed il com-
battimento de'Trigemini, che gli diè fine? La presenza del
Tuscolo a chi non rammenterrebbe che fu patria del severo
Catone , e che Tullio vi scusse le sublimi sue questioni ?
Ma le ruine delle tombe già rivolgeano i miei pensieri
alla via Appia , intorno alle quali arava il bifolco , e mi
portava a contemplare, che alla fossa Cluilia. cinque mi-
glia fuori di porta Capena verso Alba , avvenne l'incontro
di Coriolano colla madre del qual luogo non rimanea
vestigio fino da' tempi di Livio . Più fortunati noi de' no-
stri maggiori abbiamo scoperta poc'anzi Gabj sulla via

0
Prenestiua a cento stadj appunto da Roma , quant'era la §
sua distanza come afferma Dionisio ; di questa città rino- §
mata per F educazione di Romolo e Remo , per 1' alle- $
gorla de'papaveri troncati da Tarquinio, grande , popo- $
Iosa , illustre , poi deserta a’ tempi d' Augusto , ora pei g
monumenti scoperti , per le sculture, e pel ritratto di Cor- |
bulone incognito fino a questa epoca , non solo ne cono- ?
sciamo il luogo, ma impariamo ch'essa quindi risorse all' Jj
antico splendore. g
Nel trapassare il Tuscolo mirai l'Aricia, rammentali-
domi che Lucano , e Marziale la denominano selvosa , an- $
che oggidì meritevole di quell'aggiunto , perchè la maestà $
delle sue piante è modello a' dipintori , Ì
Proseguendo il cammino,io meditava l'impero 4del tem- ó
po nella vastità del Lazio già sparso di genti , e città fa- ó
niose, la cui gioventù era il nerbo delle romane legioni . |
Giunta al Labico ora Valmontone , mi si risvegliò la g
memoria degli scudi dipinti , dai quali secondo Virgilio 9
eran distinte quelle genti nell' esercito romano. V
Con queste dolci perturbazioni sono giunta in Feren- §
tino al declinare del giorno , ed a voi amico degnissimo |
ho avuto il coraggio di descrivere me stessa piu che i luo- |
ghi veduti. Anzi prendendo lena dalla vostra compiaceli- ó
za, penso di sottoporre all' erudito vostro discernimento |
le riflessioni che in seguito mi accaderà di fare nel mio |
viaggio per queste contrade del Lazio . Già il circuito del- |
le mura di Ferentino mi reca tale maraviglia che bramo di |
osservarle con ispeciale accuratezza , e m'invita insieme a *
dimorarvi alcun tempo l'amenità del luogo . |
.I
 
Annotationen