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Ducati, Pericle
L' Italia antica: dalle prime civiltà alla morte di Cesare (44 a. C.) — Milano, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.42162#0175
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TARANTO, METAPONTO, POSIDONIA, CUMA

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con la possente città jonico-asia-
tica di Mileto, Crotone invece
con la non meno possente isola
di Samo; ora rivalità antica e
tenace esisteva tra Mileto e Sa-
mo, tra questi due Stati jonici,
tra di loro gareggianti nel fer-
vore dei traffici e nell’ardore
della colonizzazione.


Taranto, Metaponto, Posi-
DONIA E CUMA NEL SEC. VI
Mentre Taranto, nella diutur-
na difesa contro gli Japigi, era
ancora lontana dal raggiungere
quella prosperosa vita, che ebbe
nella seconda metà del sec. V a.
C., pure estendendo il suo do-
minio attorno al golfo ed el-
lenizzando le sottomesse genti
messapiche, Metaponto, fondata
a dispetto di Taranto, che in-
vano tentò di cacciar via gli a-
bitanti della nuova colonia, di-
venne ben presto florida, spe-
cialmente per le sue prosperose messi. Il simbolo di tale prosperità agraria si ha nel co-
vone aureo, che Strabone (VI, 264) menziona come dedicato al dio protettore della città.
Apollo, nel suo santuario di Delfi. Non si sa quando fu offerto questo ex voto, né si
sa se esso fu regolarmente ripetuto, come ignoriamo l’età in cui fu dedicato nel
santuario di Olimpia un tempietto, per conservarvi i doni votivi di Metaponto, cioè un
tesoro. Anche Sibari aveva il suo tesoro in Olimpia, come Siracusa, Selinunte e Gela.
Posidonia, propaggine di Sibari, ebbe sin dall’inizio prospera vita; fondata a circa 700
metri dalla costa, la città dedicata al dio del mare dà documento della sua ampiezza
nella cinta di mura lunghe più di quattro chilometri; la fama dei roseti di Posidonia si
mantenne attraverso tutta la vita della città sino agli inoltrati tempi imperiali romani.
Ma la ricchezza si estendeva anche alle città non achee, a Cuma e a Velia, a Locri e a
Reggio. Cuma specialmente era la mediatrice della luminosa civiltà ellenica verso i
popoli dell’Italia centrale, verso i Latini e gli Etruschi in maggior grado; da ciò la sua
importanza, che si basava più ancora sulla forza marittima, che sulle risorse dell’opimo
retroterra, da cui Cuma era in parte esclusa dalle colonie etrusche. Anche a Cuma era
preminente l’elemento aristocratico, ma il popolo mordeva il freno e quando Aristodemo,
figlio di Aristocrate, nel 524 liberò la sua città dalla incombente minaccia di Etruschi,
di Umbri, di Dauni, il popolo trovò nel liberatore, che era stato trattato ingiusta-
mente dagli aristocratici, il suo capo. Verso la fine del sec. VI, dopo la vittoria ri-
portata sugli Etruschi all’Ariccia, Aristodemo rovesciò il potere oligarchico e diventò
tiranno di Cuma.



91. Stateri di Metaponto (META) col simbolo della spiga di gra-
no; nel secondo esemplare la spiga è accompagnata da una locusta
e da un delfino. Seconda metà del sec. VI a. C.

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