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ARCHITETTURA GRECA IN ITALIA
si andava sviluppando nelle città greche della penisola italiana, più ancora che in quelle
della Sicilia, la ricerca scientifica. Specialmente fiori la medicina; proprio a Crotone, ove
era tenuta in si grande onore, l’atletica dette sviluppo, più che in altri luoghi, a precau-
zioni igieniche e a cure mediche.
Illustre medico crotoniate fu Democede, della seconda metà del sec. VI. Partito gio-
vane dalla sua città natale, dopo aver peregrinato per la Grecia acquistandosi fama, diven-
tò il medico di Dario, re dei Persiani, e poi, ritornato n patria carico di onori, sposò la
figlia dell’atleta Milone. Ancor più illustre fu Alcmeone, pure crotoniate, che ebbe rap-
porti col pitagoreismo : politicamente vedeva egli il reggimento perfetto dello Stato nel-
l’equilibrio delle sue varie forze, delle varie tendenze, come proprio nel corpo umano
(isonomia), contemperando i poteri regio, aristocratico, democratico. Fu adunque an-
che uomo politico, ma fu sopratutto scienziato di grande valore; ricorse alla dissezione
del corpo umano e scopri la circolazione del sangue e distinse il sistema nervoso dall’ar-
terioso con organo centrale nel cuore; ne dedusse il principio fondamentale del movi-
mento in cui tutto fa capo al cervello.
Alcmeone fu adunque non solo un medico pratico come Democede, ma anche un fi-
siologo ed un biologo, che foggiò una dottrina medica, che in seguito andò perduta e che
solo a poco a poco, con fatica, fu ritrovata. Fu anche filosofo, perché dallo studio dei
fenomeni della vita umana dedusse il principio della immortalità dell’anima, scientifi-
camente dimostrando l’umanità superiore per l’intelligenza a tutto il creato. In una parola
Alcmeone fu il primo dei grandi scienziati d’Italia, ma il nome suo in inesplicabile modo
è avvolto nella dimenticanza.
Monumenti architettonici
Accanto alla poesia, alle scienze, alla filosofia, fiorisce in questa Grecia trapiantata in
Italia un’altra nobilissima espressione dell’intelletto, l’arte. Specialmente si esplica l’ar-
chitettura religiosa; qui il primato passa dall’Italia meridionale alla Sicilia. A Selinunte,
ad Agrigento, a Siracusa abbiamo gli edilizi di tipo più vetusto, semplici sacelli senza
colonne. Il più antico, rimontando esso agli albori della vita di Selinunte (dopo il 629
o il 626), è il tempietto o cella (mègaron) primitivo nel santuario di Demeter malophoros
alla Gaggera, ampio m. 5,64; seguono, sempre a Selinunte, il tempio costruito sul primo
sacello (larg. circa m. 9; lunghezza, m. 20) pure a forma di mègaron, diviso in pronao,
naos, adyton, innalzato agli albori del sec. VI, ed il mègaron di poco posteriore dell’acro-
poli. La cornice di questi edilizi è di stile egittizzante, perciò predorico. A questi edilizi
selinuntini si riconnettono i due sacelli di Agrigento, quello ad est del tempio di Zeus
olimpio e quello dentro l’area del tempio detto di Vulcano; si riconnettono le due edicole
del recinto sacro del tempio di Athena a Siracusa, ma il carattere saliente di questa ar-
chitettura greca in Italia è dato dai numerosi esempi di templi dorici.
Oltre al tempietto semplicemente prostilo accanto al recinto sacro della malophoros
alla Gaggera, abbiamo in Sicilia per la età anteriore al sec. V i seguenti edifizi, tutti pe-
ritteri : l’Apollonion di Siracusa (in Ortigia), di carattere vetusto assai con una epigrafe
arcaica scalpellata sulla base del lato di oriente, riferentesi alla dedica di un Cleomene
ad Apollo (è un tempio dalle pesanti colonne tra di loro assai accostate); il tempio di
Zeus olimpio pure a Siracusa, ma nel suburbio a Polichne, testa di ponte sull’Anapo;
i due templi selinuntini sull’acropoli designati con le lettere C e D, dei quali il C è il
più arcaico, forse tra il 580 ed il 570 a. C.; i templi, pure selinuntini, dell’altipiano di
Marinella, quello designato con la lettera F del 550 all’incirca, e il G, iniziato nella se-
ARCHITETTURA GRECA IN ITALIA
si andava sviluppando nelle città greche della penisola italiana, più ancora che in quelle
della Sicilia, la ricerca scientifica. Specialmente fiori la medicina; proprio a Crotone, ove
era tenuta in si grande onore, l’atletica dette sviluppo, più che in altri luoghi, a precau-
zioni igieniche e a cure mediche.
Illustre medico crotoniate fu Democede, della seconda metà del sec. VI. Partito gio-
vane dalla sua città natale, dopo aver peregrinato per la Grecia acquistandosi fama, diven-
tò il medico di Dario, re dei Persiani, e poi, ritornato n patria carico di onori, sposò la
figlia dell’atleta Milone. Ancor più illustre fu Alcmeone, pure crotoniate, che ebbe rap-
porti col pitagoreismo : politicamente vedeva egli il reggimento perfetto dello Stato nel-
l’equilibrio delle sue varie forze, delle varie tendenze, come proprio nel corpo umano
(isonomia), contemperando i poteri regio, aristocratico, democratico. Fu adunque an-
che uomo politico, ma fu sopratutto scienziato di grande valore; ricorse alla dissezione
del corpo umano e scopri la circolazione del sangue e distinse il sistema nervoso dall’ar-
terioso con organo centrale nel cuore; ne dedusse il principio fondamentale del movi-
mento in cui tutto fa capo al cervello.
Alcmeone fu adunque non solo un medico pratico come Democede, ma anche un fi-
siologo ed un biologo, che foggiò una dottrina medica, che in seguito andò perduta e che
solo a poco a poco, con fatica, fu ritrovata. Fu anche filosofo, perché dallo studio dei
fenomeni della vita umana dedusse il principio della immortalità dell’anima, scientifi-
camente dimostrando l’umanità superiore per l’intelligenza a tutto il creato. In una parola
Alcmeone fu il primo dei grandi scienziati d’Italia, ma il nome suo in inesplicabile modo
è avvolto nella dimenticanza.
Monumenti architettonici
Accanto alla poesia, alle scienze, alla filosofia, fiorisce in questa Grecia trapiantata in
Italia un’altra nobilissima espressione dell’intelletto, l’arte. Specialmente si esplica l’ar-
chitettura religiosa; qui il primato passa dall’Italia meridionale alla Sicilia. A Selinunte,
ad Agrigento, a Siracusa abbiamo gli edilizi di tipo più vetusto, semplici sacelli senza
colonne. Il più antico, rimontando esso agli albori della vita di Selinunte (dopo il 629
o il 626), è il tempietto o cella (mègaron) primitivo nel santuario di Demeter malophoros
alla Gaggera, ampio m. 5,64; seguono, sempre a Selinunte, il tempio costruito sul primo
sacello (larg. circa m. 9; lunghezza, m. 20) pure a forma di mègaron, diviso in pronao,
naos, adyton, innalzato agli albori del sec. VI, ed il mègaron di poco posteriore dell’acro-
poli. La cornice di questi edilizi è di stile egittizzante, perciò predorico. A questi edilizi
selinuntini si riconnettono i due sacelli di Agrigento, quello ad est del tempio di Zeus
olimpio e quello dentro l’area del tempio detto di Vulcano; si riconnettono le due edicole
del recinto sacro del tempio di Athena a Siracusa, ma il carattere saliente di questa ar-
chitettura greca in Italia è dato dai numerosi esempi di templi dorici.
Oltre al tempietto semplicemente prostilo accanto al recinto sacro della malophoros
alla Gaggera, abbiamo in Sicilia per la età anteriore al sec. V i seguenti edifizi, tutti pe-
ritteri : l’Apollonion di Siracusa (in Ortigia), di carattere vetusto assai con una epigrafe
arcaica scalpellata sulla base del lato di oriente, riferentesi alla dedica di un Cleomene
ad Apollo (è un tempio dalle pesanti colonne tra di loro assai accostate); il tempio di
Zeus olimpio pure a Siracusa, ma nel suburbio a Polichne, testa di ponte sull’Anapo;
i due templi selinuntini sull’acropoli designati con le lettere C e D, dei quali il C è il
più arcaico, forse tra il 580 ed il 570 a. C.; i templi, pure selinuntini, dell’altipiano di
Marinella, quello designato con la lettera F del 550 all’incirca, e il G, iniziato nella se-